Giustizia/2. La marcia dei processi per le violenze del G8
Proviamo a fare il punto ad oggi dei processi per i fatti del G8 (quello su Piazza Alimonda non è mai stato fatto, perché archiviato). A tre anni di distanza arriva una prima condanna per l’episodio di violenza di via Barabino. Accade il 21 luglio 2001, intorno alle 15.30: Marco Mattana allora minorenne viene preso a calci e manganellate da alcuni agenti della Polizia di Stato. I poliziotti scrivono nei verbali di arresto di aver reagito all’aggressione di un gruppo di manifestanti, in seguito prosciolti, perché arrestati “illegittimamente”. Il gup Maria Letizia Califano ha condannato l’ispettore De Rosa Giuseppe, che aveva chiesto il rito abbreviato, a un anno e otto mesi con uno sconto di un terzo della pena, per aver colpito al volto con manganello Marco Mattana.
Non luogo procedere per il dirigente della Digos Spartaco Mortola (che rimane imputato nel procedimento per i fatti della Diaz), mentre gli altri otto agenti tra cui il vice questore Alessandro Perugini, sono stati rinviati a giudizio, per lesioni aggravate, falso ideologico, calunnia; prima udienza il 9 febbraio 2005.
Per quanto riguarda i fatti di piazza dei giorni 20 e 21 luglio 2001, processo in corso dal marzo 2004 contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio. Il reato – art. 419 c.p. – prevede una pena dagli 8 ai 15 anni. La Procura ha svolto indagini sui manifestanti. La difesa voleva ricostruire la complessità dei fatti di quei giorni, inserendoli nel contesto in cui accaddero, compresa la gestione dell’ordine pubblico. Un DVD di tre ore è stato presentato dall’istruttore della Polizia Municipale Corda, sezione di Polizia Giudiziaria, incaricato dalla procura di ricostruire e situare cronologicamente i fatti di devastazione e saccheggio commessi in Genova nei giorni 20 e 21 del luglio 2001.
Irruzione alle scuole Diaz e Pascoli la notte del 21 luglio: le 93 persone presenti all’interno della Diaz al momento della perquisizione vengono arrestate con le accuse di resistenza e aggressione e in seguito viene disposta l’archiviazione del procedimento a loro carico “per non aver commesso il fatto”. Furono distrutti i computer del media center e dei legali, fu sottratto materiale senza alcun mandato. Ventotto dei poliziotti che parteciparono al blitz sono accusati di falso ideologico, calunnia, lesioni, violenza privata, abuso d’ufficio e perquisizione arbitraria. Udienze preliminari in corso dal 26 giugno: il gip Daniela Faraggi dovrà decidere se rinviarli a giudizio, come richiesto dai pm Zucca e Cardona Albini, la cui linea è stata quella di indagare solo poliziotti fisicamente presenti alla Diaz quella notte e tra loro i più alti in grado, i firmatari dei verbali.
L’inchiesta sui pestaggi e le torture alla caserma di Bolzaneto si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 47 persone (12 carabinieri, 14 agenti di polizia, 16 guardie penitenziarie, 5 tra medici e infermieri). Udienza preliminare fissata il 27 gennaio prossimo.