Informazione – L’immigrazione e “la Repubblica”

L’assemblea sull’immigrazione organizzata giovedì scorso, presso l’aula magna del Polo Didattico dell’Università di Genova, era presieduta dal giornalista di Repubblica Massimo Calandri. Un intervento ha voluto ricordare il ruolo negativo dei giornali, oltre che della politica, negli ultimi gravi sviluppi a livello sociale (aumento degli episodi di aggressione contro immigrati ed italiani neri) e legislativo (decreto sicurezza).
Calandri ha risposto alle critiche dicendo è sbagliato generalizzare, non tutti i giornali criminalizzano gli immigrati, ci sono giornali che non lo fanno, ad esempio, Repubblica. La generalizzazione è certamente una componente fondamentale del razzismo. Quando un rom compie uno stupro non si può generalizzare dicendo che tutti i rom sono stupratori e allo stesso modo quando un vigile picchia un giovane immigrato a Parma non si può dire che tutti i vigili di Parma sono razzisti. Ha ragione, dunque, Calandri quando dice che non si può generalizzare e dire che tutti i giornali criminalizzano gli immigrati. Ma la Repubblica è uno di questi?


Sicuramente c’è una certa schizofrenia, da una parte la Repubblica fa uscire un inserto settimanale, Metropoli, che tratta la questione immigrazione in maniera molto positiva, dall’altra il giornale quotidianamente ha una linea completamente diversa, almeno dal 7 maggio 2007, quando ha pubblicato la famosa lettera: “Aiuto. Sono di sinistra ma sto diventando razzista” che aveva suscitato la condanna di moltissimi esponenti dell’antirazzismo del nostro paese, tra i quali Asgi ed Arci, che in un manifesto – appello, del 16 maggio 2007, l’hanno così descritta: “E’ un’operazione politica e culturale che conosciamo bene. Da tempo le destre, per calcolo o vocazione, cavalcano in modo demagogico il tema della sicurezza sovrapponendolo a quello delle politiche migratorie. (..) Si tratta, in realtà, dell’avvio di una campagna (..) il cui fine sembra essere il sostegno alla cultura sicuritaria.”
La lettera, infatti, era un concentrato di accuse contro nomadi ed immigrati e di paura dello straniero. Parlava di “stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie città italiane”. “Non voglio lasciare più il monopolio della legalità alla destra e quindi non capisco, perché dare il voto locale agli immigrati, dopo 5 anni di permanenza nel nostro Paese”, aggiungeva ancora il suo autore-lettore, che concludeva “sto diventando un grandissimo razzista… centinaia di persone come me… sono stremate e ridotte, ormai, alla schizofrenia”.
Repubblica pubblicava la lettera in prima pagina con un commento di Corrado Augias che rassicurava il suo autore: “Non è di destra sostenere che l’immigrazione deve essere controllata”, aggiungendo che non era possibile lasciare alla destra questi argomenti e ricordando come Sarkozy aveva conquistato l’Eliseo per aver “affrontato prima da ministro dell’Interno, poi durante la campagna elettorale il tema dell’immigrazione (..) con durezza …”.
Vista la sconfitta elettorale del centro sinistra nelle elezioni politiche e nella capitale si dovrebbe concludere che l’iniziativa di Repubblica abbia ottenuto risultati opposti da quelli auspicati dalla sua redazione pubblicando la lettera.
(Saleh Zaghloul)