Trasparenza – “Cosa sarebbe Cornigliano senza le associazioni?”

Molti sono ancora i problemi che preoccupano gli abitanti di Cornigliano: traffico, ospedale, depuratore, polo scolastico, inquinamento. Si tratta della riqualificazione del tessuto urbano in un contesto dove la presenza dell’Ilva, per quanto riconvertita al freddo, non è affatto rassicurante.
In una intervista su Repubblica-Lavoro del 6 ottobre l’assessore comunale ai lavori pubblici Mario Margini risponde all’attacco delle associazioni di Cornigliano che contestano al Comune un “eccesso di ottimismo” nel bilancio di quanto è stato fatto verso la riqualificazione urbana. Margini lo rivendica e insiste nella necessità di affrontare i problemi ancora esistenti insieme agli abitanti: “l’intero quartiere deve essere coinvolto nell’operazione di risanamento”, “l’apporto dei cittadini è fondamentale”.


L’apporto dei cittadini richiede una trasparenza da parte dall’Amministrazione che non deve essere all’ordine del giorno se l’associazione “Per Cornigliano” ha dovuto dare mandato a un avvocato di presentare “un’istanza di accesso alle amministrazioni locali per prendere visione e ottenere una copia degli atti relativi all’incontro dell’11 giugno scorso e di tutte le iniziative inerenti all’accordo di programma promosso tra le amministrazioni locali e le acciaierie del Gruppo Riva” (Corriere Mercantile, 10 ottobre). “Si sono determinati sviluppi che suscitano serie preoccupazioni” – dice Cristina Pozzi, presidente dell’associazione. Un esempio: “gli enormi capannoni al cui interno saranno collocati i nuovi impianti siderurgici, sono stati costruiti a poche decine di metri dell’abitato di Cornigliano e i limiti posti dagli accordi tra amministrazione Ilva alla potenza delle emissioni acustiche sono troppi alti”.
In una lettera pubblicata da Repubblica-Lavoro (28 ottobre), il presidente del circolo Arci-Uisp “Rizzolio” Riccardo Ottonelli torna sull’intervista di Margini: “Nessun attacco all’eccesso di ottimismo dell’assessore Margini, ma solo una giustificata diffidenza di tutti i Corniglianesi sopravvissuti che come me hanno subito un lento ed inesorabile degrado durato oltre sessant’anni e vivono oggi con la paura di vedersi sfuggire di mano questa unica irripetibile occasione. L’inquinamento ed il degrado hanno ucciso e tolto la voglia di rimanere a molte famiglie ed è grazie alle associazioni che sono rimaste nel quartiere rappresentando a tutt’oggi rifugi sicuri e surrogando spesso ruoli che dovevano essere di altri se qualcuno come me è rimasto. Cosa sarebbe Cornigliano senza le associazioni?”.
(Oscar Itzcovich)