Traffico – Vigili in borghese e codice etico
Ma guardate in che tempi viviamo; che ci vuole un prefetto per dire che la repressione di chi viola il codice della strada deve seguire la strada della legalità (Repubblica 23 ottobre ’08). E che per sanzionare i comportamenti illegali non c’è bisogno di vigili in borghese o mimetizzati. In altre parole che i verbali redatti stando alla finestra o osservando il traffico da un autobus – come pare che già succeda – non sono una cosa da paese civile.
Meno male: grazie al prefetto non rischieremo di vedere vigili appollaiati sugli alberi o sdraiati sui tetti. Una fortuna per tutti anche per i vigili che non correranno il rischio di cadere di sotto. Tra l’altro si tratta di una pratica assolutamente inutile: non c’è bisogno di travestirsi o di imboscarsi per prendere atto che una gran parte degli automobilisti telefona mentre si trova alla guida dell’auto; lo stesso per constatare il superamento della doppia riga, la velocità pericolosa, il passaggio col rosso, i marciapiedi posteggiati ecc. ecc. Basta solo mettersi lì, ai semafori, agli incroci, nei punti caldi che tutti conoscono.
La domanda che conviene farsi è però un’altra: perché la vigilanza urbana – malgrado le sollecitazioni ricevute negli ultimi tempi – è così restia o incapace ad affrontare un problema che interessa contemporaneamente la sicurezza dei cittadini a cominciare dai pedoni, la fluidità del traffico e in generale la possibilità di rendere la vita cittadina più decente?
Non è una questione secondaria. La diffusione dei sistemi automatici di controllo – ad esempio le telecamere a difesa del percorso dei bus – è accettabile solo se nello stesso tempo si accompagna ad un più generale controllo dei comportamenti sanzionabili. L’impressione è invece che la scelta degli automatismi elettronici faccia il paio con il progetto di mandare in giro vigili mimetizzati. Entrambi i provvedimenti sottolineano l’assenza fisica del corpo di vigilanza e polizia a cui i cittadini tramite l’amministrazione hanno consegnato la responsabilità del controllo del traffico urbano e lo scoraggiamento, grazie alla loro presenza, dei comportamenti pericolosi. Significa forse che il Comune è più interessato ad incassare il frutto delle sanzioni che a scoraggiare i reati?
(Manlio Calegari)