Giustizia – Il Csm indaga su Sansa; l’Anm si difende

Martedì 30 settembre. La sezione ligure dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) ha convocato un’assemblea aperta per discutere sulla sempre più grave situazione in cui versa la giustizia. Tra gli invitati ad intervenire Claudio Castelli (già al ministero della Giustizia del governo Prodi), Pierfranco Pellizzetti (collaboratore di Micromega e del Secolo XIX), Stefano Savi (presidente dell’Ordine degli avvocati di Genova) e Adriano Sansa (presidente del Tribunale dei minori di Genova e ex sindaco).


L’intervento di Sansa è un duro attacco al governo. Sansa “ha invitato tutti «alla resistenza delle coscienze» contro il «tentativo di assoggettare la legge a un gruppo di potere e a un primo ministro piduista». «Dobbiamo pensare alla ricostruzione in questo Paese …. Siamo sul punto di perdere le caratteristiche fondamentali della Costituzione. Dobbiamo lottare. Il disegno che si sta portando avanti in Italia è, non dico fascista, ma sicuramente illiberale». Quanto al ministro della Giustizia Alfano, Sansa ha detto che «l’ unica nota tecnica del ministro riportata dai giornali alla sua nomina è stata: fedelissimo di Berlusconi.. E questo fa, serve il premier e non lo Stato. Questo governo è anche tecnicamente indegno di occuparsi dei problemi della giustizia». (Corriere della Sera, 1° ottobre)
La richiesta dei consiglieri Pdl del Csm di aprire immediatamente un’indagine nei suoi confronti (con intenti chiaramente intimidatorie per tutti i magistrati) e le reazioni furibonde della destra coinvolgono anche Anna Canepa, presidente della sezione ligure dell’Anm (“doveva stopparlo, doveva dissociarsi”). Risposta cauta della Canepa: ”Nella mia veste istituzionale, ho presieduto un’assemblea aperta a chiunque volesse intervenire. Le espressioni degli intervenuti sono di loro esclusiva responsabilità.” (Repubblica, 3 ottobre). Netta, quella di Sansa. “E’ il massimo dell’arroganza e della illiberalità sostenere che la Canepa doveva agire in quel modo sia che fosse o no d’accordo con quanto ho detto io” (Corriere Mercantile, 3 ottobre).
(Oscar Itzcovich)