Eventi – E se la cultura si occupasse del presente?
“Evento”: la politica affida i suoi messaggi agli “eventi”; dagli eventi si attende simpatia, riconoscimenti e, al momento opportuno, il voto.
Tra gli eventi uno dei più gettonati è l’annuncio di cosa diventerà Genova tra 2, 5, 10, 20 anni. Il futuro della città è stato annunciato in diverse conferenze stampa durante i mesi scorsi, ed ha avuto sui quotidiani uno spazio adeguato. Il futuro di tutto: mobilità urbana, edilizia, autostrade, ferrovia, mare, porto, “sicurezza”, università. A maggio e giugno scorsi non c’è stato giorno senza l’annuncio di un pezzetto di futuro radioso. Con qualche contrattempo. Come il mercato di Bolzaneto, atteso per oltre 20 anni, che da mesi se ne sta lì illuminato a giorno, misteriosamente vuoto. O l’annuncio del supertreno che ci porterà in poche ore a Barcellona su una linea che al presente non ha ancora completato il suo raddoppio. Piccole incongruenze che non inficiano l’opportunità di affrontare seriamente la questione del futuro della città. Insomma ben vegano i piani. E ben vengano gli esperti dei vari problemi, che studiano, confrontano, disegnano scenari.
Alla politica il compito di indicare gli obiettivi e le risorse necessarie a realizzarli. E di trovare il sostegno dei cittadini ai suoi piani. Non può dirgli “fidatevi, state buoni e lasciateci lavorare”. Deve spiegare cosa intende fare e come; deve restituire la complessità del suo impegno, la problematicità, gli ostacoli presenti e quelli probabili in futuro. E’ un compito, una impresa culturale; la più importante per la città.
Eppure, nell’infinità di eventi, stati o annunciati in città per i prossimi mesi, questa è una impresa che risulta assente. O riservata al gruppetto degli addetti ai lavori di Urban Lab.
Peccato! Perchè il futuro – molto problematico – di una città di vecchi che progetta di rinnovarsi ha tutte le caratteristiche di un caso e quindi di una occasione culturale. Un tema da affrontare in pubblico con l’aiuto di studiosi chiamati non a diffondere slogan o certezze ma ad approfondire questioni serie e spesso complicate. Un tema che potrebbe diventare un appuntamento annuale a cui dare un respiro non solo cittadino. Città di anziani, saldo demografico negativo, immigrazione confinata alle attività povere o di servizio, risorse finanziarie private enormi, ceto politico tradizionale in affanno, risorse pubbliche dilapidate o abbandonate (il mare, ad esempio) all’incuria, un immobiliarismo aggressivo, Genova presenta problemi non facili da sciogliere – anche in presenza di proposte efficaci – senza una maturazione dei suoi problemi da parte dei cittadini.
Una consapevolezza che non può considerarsi acquisita con la campagna elettorale sia pure integrata dai periodici proclami sul futuro (roseo) che ci attende.
(Manlio Calegari)