Informazione – L’insicurezza aumenta ma i reati calano
Sul sito www.rassegna.it è possibile leggere una interessante inchiesta di Carlo Ruggiero sulla sicurezza e le forze dell’ordine in Italia. Mentre in questi giorni echeggia di giornale in giornale l’allarme per la mancanza di fondi destinati alle forze dell’ordine (e non solo in relazione agli stipendi per il personale, quanto per la benzina, la manutenzione dei mezzi, addirittura le lampadine da cambiare) l’autore ha esaminato i dati forniti dal Ministero dell’Interno (riferiti all’anno 2006) sulla percentuale di reati commessi: i risultati sono per lo meno inaspettati. Tutti i reati, ad eccezione dei furti di motocicli, risultano essere in calo. Sono in calo soprattutto gli omicidi (621 nel 2006, 1014 nel 1995, 1901 nel 1991), ma calano anche borseggi, scippi e furti in appartamento. L’Italia risulta essere una delle nazioni con minore criminalità nell’Unione Europea. Non solo: a leggere le cifre dell’Indagine O NU sulla criminalità effettuata nel 2004 (The Eighth United Nations Survey on Crime Trends and the Operations of Criminal Justice Systems) la presenza di addetti con compiti di polizia in Italia è fra le più massicce: abbiamo circa 559 agenti ogni cento mila abitanti, contro i 210 della Francia, i 294 della Germania, i 359 dell’Inghilterra.
Eppure abbiamo paura, molta paura: per il 33% degli italiani la “questione sicurezza” è la più urgente fra i problemi del Belpaese, e secondo l’ISTAT (Rapporto 100 Statistiche per il Paese) il senso di insicurezza è maggiormente diffuso nelle regioni del Nord, statisticamente meno coinvolte in fatti criminali rispetto al resto della nazione. C’è un notevole divario fra l’insicurezza percepita e i dati, che paiono riferirsi a una realtà differente. E la “nera” occupa sempre più spazio nei telegiornali e fra le pagine dei quotidiani. Che sia una risposta alla paura del cittadino medio, o magari in qualche modo favorisca l’ansia del vivere, non è dato sapere: l’informazione certo si adegua alle richieste del lettore medio, che vuole sapere di più sui fatti criminali che avvengono nella propria città, e che più ne legge, più si sente in diritto di essere insicuro. Ma a cosa ci serve provare tutta questa paura?
(Maria Cecilia Averame)