Sansa 3. Il silenzio unica risposta alla richiesta di trasparenza

La seconda lettera di Sansa, pubblicata su “Il Lavoro” del 5 ottobre, richiama il tema della precedente, (“il programma”) e la svolta in corso a proposito della riforma costituzionale. Oggi, scrive Sansa, “il prezioso equilibrio” tra i due elementi che concorrono a formare la democrazia: “il principio di uguaglianza che tende alla eliminazione delle diseguaglianze fra individui e gruppi (democrazia sostanziale), e un insieme di procedure che garantiscono la partecipazione dei cittadini al potere e al controllo su di esso (democrazia formale)”, è messo in discussione da un progetto di riforma seriamente alterante.


Ma il paese non reagisce con la forza che sarebbe giusto attendersi. Eppure il progetto attualmente in discussione “consegna il potere di sciogliere le Camere al primo ministro privandone il presidente della repubblica. Si disegnano governi sempre meno controllati dal popolo e dai suoi rappresentanti da un lato; soverchianti il capo dello stato dall’altro. Non basta: un nuovo ordinamento giudiziario compromette l’indipendenza della magistratura. Con uno svuotamento del consiglio superiore, con una condizionante presenza del ministero nel macchinoso sistema di concorsi dai quali dipenderebbero stipendi e carriere dei giudici, i quali concepirebbero così rovinosi timori e speranze di dispiacere e piacere ai governanti. Immaginiamo processi per mafia, terrorismo, corruzione, inquinamenti, grandi dissesti finanziari. Abbiamo dimenticato tutto? Da cittadini che siamo diverremo mezzi cittadini in una mezza democrazia?”.
Il cittadino che non accetta di farsi dimezzare, scrive Sansa, deve farsi valere. Può ad esempio affrontare i candidati alla elezione negli enti locali o in Parlamento e invitarli a pronunciarsi con chiarezza sull’attacco in corso contro la democrazia. “Stanno dalla parte di chi la guasta o di chi la promuove?… E subito dopo che cosa propongono in materia di sanità, un altro bene che abbiamo in misura dignitosa e che rischiamo di perdere?… Ancora: qualcuno ha scelto di compiacere chi comanda permettendogli di… snaturare la libera informazione e con essa tutte le altre scelte dei cittadini. Per questa via vengono presentati come essenziali problemi personali del capo mentre restano sullo sfondo i temi fondamentali del futuro”: i giovani, il loro lavoro, i vecchi, l’assistenza, i poveri, l’emarginazione. E con essi anche i temi del “vero sviluppo dei trasporti, dell’energia, degli investimenti, dell’ambiente dal quale dipende la disponibilità delle risorse occorrenti anche per la politica sociale”.
Non tutti i candidati si sottraggono al confronto ha scritto Sansa. C’è tra loro anche chi crede nei diritti dei cittadini; è al servizio della democrazia e non del padrone; ha passione della giustizia; può provare un cammino di limpidezza e onestà. Sta ai cittadini cercarlo, ascoltarlo, discutere con lui e fra loro.
La lettera di Sansa ha preceduto di qualche settimana l’elezione suppletiva nel Collegio 10 che ha visto una buona affermazione del candidato del centro sinistra. Malgrado la partecipazione alla campagna elettorale di tutti i personaggi politici cittadini di maggior rilievo, ancora una volta attorno alle parole del magistrato s’è levato un muro di silenzio. Non un deputato, un senatore, un dirigente politico di prestigio che abbia detto o scritto: le cose dette da Sansa sono sacrosante e per quel che mi riguarda io penso che ecc. ecc. No, niente di tutto questo. Perché le parole di Sansa creano imbarazzo? Forse perché in modo petulante – e temibile dato che prescinde dalle logiche di partito – Sansa interpreta un sentimento collettivo molto diffuso in città: la scarsa disponibilità ad un voto “di fiducia” e invece un profondo bisogno di chiarezza e di trasparenza.
(Manlio Calegari)