Emergenza nucleare – La bomba a orologeria continua a ticchettare
La strada tracciata è in linea con gli altri provvedimenti annunciati dal governo Berlusconi: governare nel segno dell’emergenza continua. Quindi, anche sul nucleare il governo accelera. “Archivio Nucleare” (http://www.archivionucleare.com) riporta un dispaccio di Adnkronos/Ign del 14 giugno secondo il quale al Consiglio dei Ministri di mercoledì 18 giugno, insieme al pacchetto che anticipa la Finanziaria, saranno presentate anche norme ad hoc per rendere concreta e rapida la svolta dell’Italia sull’atomo. Tra le norme per rilanciare il nucleare in Italia ci saranno incentivi economici per quei territori che accettano di ospitare impianti nucleari e il varo di una procedura semplificata per la materia.
Dopo l’exploit in Confindustria del 23 maggio (“Via al nucleare”), il ministro per lo Sviluppo economico Scajola blandisce con il suo inconfondibile stile: «Chi subirà il disturbo psicologico (perché solo di questo si tratta) di ospitare una centrale va premiato» (Corriere della Sera, 29 maggio). Difficile immaginare invece quali possano essere le procedure semplificate. Con quali criteri scegliere i cinque o sei siti di cui si parla? I siti dove in passato con difficoltà immani sono sorti i reattori (Montalto di Castro, Trino, Caorso, Latina e Garigliano) sono ancora tutti o in parte da bonificare. Dove stoccare le scorie nucleari? Scanzano Jonico, il sito che doveva servire come «deposito unico nazionale» dei rifiuti radioattivi, non è disponibile (*). Ma, come scrive il Corriere Economia del 19 maggio 2008, per disinnescare la “bomba sparsa sul territorio in circa 150 depositi, grandi e piccoli, in condizioni di sicurezza precarie”, una “bomba a orologer ia che ticchetta da oltre vent’ anni”, un sito dovrà comunque essere trovato.
Come andrà a finire? Nel clima di “emergenza continua” che il governo Berlusconi cerca di alimentare, l’ipotesi di un Commissario straordinario con ampi poteri per la gestione dell’”emergenza energetica” non è inverosimile. Soprattutto in assenza o quasi di opposizione, come si evidenzia dai quotidiani e dai dispacci di agenzia del 23 maggio. Rispetto al nucleare, Claudio Burlando dice che “in linea di principio non sono contrario, perché noi consumiamo quell’energia, pagandola molto più di altri paesi e condividendone, in parte, i rischi visto che in Francia ci sono centrali nucleari” (Secolo XIX). Il ministro ombra dell’Ambiente del Pd, Ermete Realacci, che considera la ministro (effettiva) per l’ambiente Stefania Prestigiacomo, tra i migliori nomi possibili “visto la sensibilità che ha dimostrato per i temi ambientali” boccia, secondo La Stampa, la linea Scajola: «Se il governo continuerà sulla strada indicata dal ministro non ci sarà alcuna collaborazio ne da parte dell’opposizione». Walter Veltroni, capo del governo ombra, dichiara che bisogna capire meglio quello di cui parla Scajola: “E’ stato detto che entro cinque anni si metterà la prima pietra, ma non si capisce la prima pietra di cosa e non si specifica quale sia il rapporto tra questo annuncio e il complesso dei problemi che sono legati alla capacità del nostro Paese e delle società occidentali di affrontare la grande questione energetica” (Ansa). Prudenza: discreta opposizione, ma anche discreta apertura. Il Pd non ha (ancora?) una posizione rispetto al nucleare, ma neppure ne discute.
(Oscar Itzcovich)
(*) Nel novembre del 2003 il comune di Scanzano Jonico (Basilicata) è stato scelto, con un decreto del Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi, come posto unico nazionale per la raccolta di scorie nucleari. La decisione provocò forti proteste che sboccarono nei “giorni di Scanzano” (13 – 27 novembre 2003) e si conclusero con il ritiro del decreto stesso (più informazioni su http://www.noalnucleareinbasilicata.com/).