Fondazioni – Tra sinergia e scambio
“Chiesa e Stato abbraccio tra le ombre” è il titolo di un servizio di Repubblica (primo giugno ’08) dedicato all’inaugurazione a Sampierdarena di un nuovo Centro servizi realizzato dalla “Associazione centro di solidarietà della Compagnia delle opere Liguria onlus”: 4 milioni di euro, fondi europei e contributi della Regione, Comune, Compagnia di san Paolo, Fondazione Carige e altri. C’è una foto: Marta al microfono, Burlando che la guarda pensoso e tra i due, un po’ defilato, il cardinale Bagnasco, più sornione che compunto. E’ una uscita pubblica importante per tutti e tre: nei giorni precedenti è esplosa “mensopoli” e nell’armadio di ognuno c’è più di un cadavere.
Il Centro servizi, spiega la sindaco, è un fatto importante anche perché è il risultato di una collaborazione preziosa, una “sinergia” a cui non si può sfuggire. La politica non ha soldi ma solo bilanci in rosso. Di soldi invece ne hanno, e tanti, la Fondazione Carige, la Compagnia di san Paolo, la Compagnia delle opere… Per fare amministrazione, per produrre servizi e cultura – dicono i politici – abbiamo bisogno dei vostri soldi. Anzi, per essere ancora più sinceri – ma questo, si capisce, non lo dicono a voce alta – vorremmo essere noi a decidere come spenderli; noi sapremmo come usarli…
Da parte loro Fondazione, Compagnia e altri simili enti erogatori sono ben attenti a fare trincea attorno ai loro sostanziosi depositi di euro. Che poi sono loro fino a un certo punto ma comunque son loro che si sono riservati la prerogativa di gestirli. A chi obietta rispondono che è meglio così perché la politica con i soldi non ci sa tanto fare; infatti il Comune impiega il 90% del suo bilancio per la sopravvivenza delle sue sole strutture (sulla cui efficienza ci sarebbe parecchio da dire). Meglio allora – dicono – che i soldi siamo noi a destinarli e ad amministrarli. Insomma: contentatevi di quello che vi diamo e non rompete le scatole.
Sì perché – è chiaro, no? – non è che vi diamo i soldi per niente. Ve li diamo a patto che ci lasciate prendere le nostre decisioni in santa pace e che i vostri rappresentanti si mostrino comprensivi e se fosse possibile addirittura contenti. Insomma che non facciano scandalo se – ad esempio per dire della Fondazione Carige – il consiglio di amministrazione decide di limitare le “erogazioni” nell’interesse superiore della Liguria, cioè della Carige stessa e in particolare dei suoi principali azionisti, compiaciuti che la Fondazione abbia sostenuto la banca nell’acquisto di nuovi sportelli investendo proprio in azioni Carige.
Proteste? Dopo quella storica di don Balletto nel 2004, e quella di un mix Ds e Margherita a gennaio del 2006 subito rientrata, è caduto il silenzio.
Morale: forse il silenzio non è d’oro ma qualche soldino lo libera sempre…
(Manlio Calegari)