Incidenti. Fabiola, vittima della precarietà
In questi giorni ho pensato a Fabiola Sfalanga. Si è schiantata con la sua vespa in Via Pacinotti venerdì 29 ottobre tornando a casa. Pioveva forte. Ha superato la doppia riga continua, è finita contro la portiera di un taxi ed è stata ribaltata sotto le ruote di un autoarticolato.
L’articolo ha evidenziato tre elementi importanti: era madre, impiegata saltuaria di una ditta di pulizie, moglie di un disoccupato. “Tragedia nella tragedia” ha scritto il Lavoro. Tutta la pazienza di Giobbe in una donna che guidava sventatamente lo scooter in una strada dove da mesi si chiede il divieto di accesso ai mezzi pesanti. Ho pensato che l’Italia oggi è lei. Quei tre elementi in più cancellavano la parola fato, sostituendola con inevitabile. Ho messo a fuoco la corsa in moto fino a casa ed un futuro caratterizzato dalla precarietà, dove essere madre e moglie non sono più occasioni. E la lunga lista di persone come lei, senza diritti, senza sindacati, senza partiti, senza candidati, senza programma è emersa dietro alla sua morte. Inevitabilmente.
Fabiola si è schiantata lo stesso pomeriggio in cui a Genova l’opposizione manifestava contro la finanziaria. Pochi e sensibili in piazza sotto la stessa pioggia. Burlando e Zara contro il governo.
Domani sapranno riconoscerla?
(j.m.)