Opinioni 1. Tuscania in cattedra a Genova e Nassirya
Ho appena finito di leggere sul numero 31 il pezzo dedicato all’utilizzo in Iraq, a scopo didattico, dei filmati del luglio genovese. Potrei dire di essere totalmente d’accordo se non fosse per una, chiamiamola così, dimenticanza. Provo a metterci una pezza.
Quando si parla di Genova 2001 si tende a ricordare la Diaz e Bolzaneto, dimenticando piazza Alimonda.
Eppure, riflettendoci, non si capiscono la Diaz e Bolzaneto se non si capisce che cosa succede, e perché, in piazza Alimonda; non si capisce che cosa precede l’omicidio di Carlo, che cosa lo segue, chi c’è in piazza Alimonda, e via domandando, rispondendo e spiegando.
Una “spiegazione” di questa omissione deriva dal giudizio al quale molti si sono adeguati, per colpevole pigrizia e acquiescenza alle “veline”: alla Diaz e a Bolzanetto c’erano i bravi, in piazza Alimonda i cattivi, anzi il “cattivo” per antonomasia, il violento asociale che brandendo estintori voleva massacrare dei poveri carabinieri terrorizzati. Quanti si sono fermati a una foto ingannevole e alle “veline”? Proprio per contestare la miserrima archiviazione, colpevole di avere nascosto la verità, abbiamo raccolto in una rappresentazione teatrale molto materiale agli atti; poi di quella rappresentazione abbiamo fatto una cassetta VHS. Ebbene lì dentro c’è molto, sicuramente quello che serve a cambiare opinione, nel senso di avvicinarsi finalmente alla verità.
C’è anche tutto il torbido che accompagna la minuziosa preparazione della repressione (ricordiamoci che contemporaneamente alle cariche violente contro gli “esuberanti” disobbedienti del Carlini, picchiano come bestie a piazza Manin i ragazzi di Lilliput e le donne di Marea, con le infiltrazioni che servono a dirigere e organizzare i cosiddetti black bloc), le trappole costruite. C’è anche la conferma che atti paragonabili a quello che fanno in Iraq sono stati fatti anche in piazza Alimonda, ad esempio quando un carabiniere spacca con una pietra la fronte di Carlo che è steso per terra già colpito a morte, o quando un altro lo prende a calci in faccia.
Non c’è dunque di che meravigliarsi per l’uso dei filmati (nonostante le timide smentite del ministro Martino), d’altra parte il reparto è lo stesso (il Tuscania) e uguale la catena di comando. Semmai c’è da preoccuparsi per la tenuta democratica del nostro povero paese, questo sì. Ma è proprio per questa ragione che di Genova occorre ricordare tutto, a cominciare dal fatto più grave.
(Giuliano Giuliani)
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Caro Giuliani, com’è peraltro evidenziato dal titolo, abbiamo immaginato che coloro che “a scopo didattico” hanno messo insieme questo film dell’orrore non vi hanno certamente incluso Piazza Alimonda: non vi è nulla di “esemplare”, nemmeno dal loro punto di vista. Siamo partiti da questo presupposto per parlare di un film, che ovviamente non abbiamo visto, in cui non c’era e mai avrebbe potuto esserci Piazza Alimonda.
A questo ci siamo limitati. Quindi, da parte nostra, né pigrizia, né dimenticanza. Non siamo stati evidentemente abbastanza chiari e ci rincresce.