V2 Day – Contro l’informazione che disinforma

Davvero saranno stati 120 mila i presenti al V2 day di Grillo a Torino? O saranno stati 100 mila? O 80 mila? La cosa sicura è che quella di Grillo è stata la manifestazione che ha avuto più presenze e ricevuto più adesioni di qualsiasi altra tenuta quel giorno. Certo: non bisogna farsi impressionare dalla folla. Ma questa non era folla camellata, trasportata da treni o pulman generosamente offerti ma gente che per esserci aveva messo del suo: tempo, entusiasmo e denaro. E poi – vogliamo dirlo? – era una folla più variegata e più giovane di qualsiasi altra piazza di quel giorno. Una piazza che ha mandato una ovazione ai partigiani quando Grillo dal palco ha detto “Oggi è il 25 aprile 2008. La festa della Liberazione. I nostri padri, i nostri nonni non hanno finito il lavoro. Non per colpa loro. Se noi avessimo il loro cuore e il loro coraggio non saremmo finiti così. I partigiani hanno liberato l’Italia dal nazifascismo per ritrovarsi con l’occupazion e americana….”. Eccessivo? Forse.


Politicamente e storicamente non corretto? E’ probabile. Ma si può ignorare quella piazza gioiosa irridendo al suo vate o ironizzando i suoi eccessi di semplificazione politica? Invece lo hanno fatto tutti i principali quotidiani, dal Corriere a Repubblica, spendendo nell’opera le migliori firme. Così anche la TV: la sera del 25 aprile il TG2 batteva nei sottotitolini “americani” – quelli che passano in basso – “25 aprile, manifestazione di Grillo contro le altre manifestazioni e contro i giornalisti”. Sui siti del Corrriere della Sera e di Repubblica comparivano le foto della manifestazione: gruppetti di sfigati che giocavano a carte e banchetti semivuoti. Se però uno apriva (contemporaneamente) EcoTV, un sito di TV online che trasmetteva la diretta di Torino, vedeva una marea di gente e pensava “allora ha ragione Grillo a dire che l’informazione è di regime”.
Grillo ha dedicato il V2 Day alla raccolta di firme – ne ha raccolto in poche ore 450 mila! – a favore di tre referendum. Il primo per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti; il secondo per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria (un miliardo di euro all’anno); il terzo referendum per eliminare la legge Gasparri (che in due anni l’Unione di Prodi non è riuscita a sostituire con una legge decente) contraria alle attuali normative europee. L’Europa – come anche le sentenze del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale – ha inoltre ordinato all’Italia che le frequenze televisive pubbliche di Rete 4 (Berlusconi -Fede) siano assegnate a Europa 7; diversamente l’Italia dovrà pagare 300.00 euro al giorno dal primo gennaio 2006 (A fine 2008 circa 330 milioni di euro).
Grillo ha definito scandaloso uno stato in cui possa candidarsi a presidente del Consiglio uno che controlla metà dell’informazione.
Nel suo comizio Grillo ha usato parole sgradevoli, ingiuriose; forse politicamente scorrette. Ma anche i suoi detrattori hanno dovuto ammettere che attualmente la correttezza politica non ha casa.
(Giovanni Marsicano)