Elezioni – Se i greci ci guardano

I greci sono spesso molto socievoli, non è difficile scambiare due chiacchiere anche con persone del tutto sconosciute, e questo rende la cosa anche più imbarazzante, perché nel negozio di ferramenta, o lungo un sentiero, o con un conoscente che si incontra di nuovo, dopo le prime parole di benvenuto arriva fatalmente la frase: “Berlusconi eh? Per la terza volta, eh.”, accompagnata da uno sguardo educatamente interrogativo, appena colorato da un accenno di ironia. Non è che i greci siano messi bene, hanno un governo di destra che sta in piedi con una maggioranza risicata, ed hanno alle spalle il crollo del Pasok sotto il peso di scandali ed inefficienze, ma con tutto ciò possono permettersi di guardarci con perplessità. C’è chi ti dice che per loro sarebbe impensabile un politico che abbia il monopolio informativo che possiede Berlusconi, e chi ti informa che in Grecia le riforme elettorali prevedono una norma di garanzia per cui le prime elezioni d opo il cambiamento devono avvenire ancora secondo il precedente sistema elettorale: quello nuovo entrerà in vigore solo alla tornata successiva. Ecco che in queste conversazioni rimbalzano indietro due errori capitali del centro sinistra: non avere affrontato subito, appena ve ne era la possibilità, il conflitto di interessi, mettendo anche in conto di cadere su questo punto, ed avere avuto una reazione debolissima al momento del colpo di mano del centro destra sulla riforma elettorale. Ma in Italia la sinistra largamente intesa pare che agisca sostenuta da un ottimismo privo di fondamento, come se ci fosse sempre il tempo per aggiustare le cose
(Paola Pierantoni)