Tecnocity – La collina degli Erzelli tra pubblico e privato

Villaggio tecnologico degli Erzelli. Nel lungo dibattito che contrappone sostenitori (il futuro di Genova) e detrattori (un’operazione meramente speculativa) si è recentemente inserito un nuovo tema. Dimentico delle Grandi Opere del suo Cavaliere, Gianni Baget Bozzo scrive sul Secolo XIX del 13 febbraio che “la cultura diessina è gestione del territorio, tende a occupare spazi […] mettendo a frutto la rendita territoriale e non l’impresa”. Forse nessuno avrebbe reagito se non avesse aggiunto che “la questione centrale è l’operazione degli Erzelli, un ampio intervento sul territorio per creare, con investimenti pubblici, una città tecnologica”.


Investimenti pubblici? Immediata la risposta di Carlo Castellano, promotore del villaggio high tech: “Ma pensiamo proprio che lo stato e gli enti locali (così oberati di debiti) avrebbero potuto finanziar e un’iniziativa nell’ordine di un miliardo di euro?”. Quella degli Erzelli – afferma Castellano – “è un’iniziativa coraggiosa della Genova dei nuovi imprenditori privati dell’high tech [che] ha deciso di rischiare da sola su un grande progetto innovativo” (Secolo XIX, 15 febbraio 2008).
Ma anche Castellano dimentica qualcosa. Il villaggio tecnologico “non sarebbe mai partito” senza i “fondamentali finanziamenti pubblici” che Stato e Regione hanno dato alla facoltà di Ingegneria: una dote di 120 milioni di euro perché si trasferisca agli Erzelli, secondo un’intesa firmata dal presidente della Regione Claudio Burlando, dal rettore Gaetano Bignardi, dal preside di Ingegneria Giovanni Vernazza e dallo stesso Castellano (Secolo XIX, 13 novembre 2005).
Oltre ai soldi e al know-how, Ingegneria portava una immagine che valorizzava progetto e area. A valorizzarli ancora di più dovrebbe servire la sua trasformazione in Politecnico, un’idea carezzata da una parte sempre più preponderante dei docenti di Ingegneria.
Anche Dixet (un raggruppamento di aziende genovesi dell’high tech, presidente Carlo Castellano) ha recentemente chiesto al governo (che presumibilmente dovrà sostenerne la spesa) l’istituzione del Politecnico “per garantire la contiguità anche fisica tra studenti, professori, ricercatori e tecnici delle aziende” (Corriere Mercantile, 1° aprile 2008). In proposito le istituzioni pubbliche (Regione, Comune, Università) da tempo si sono dichiarate favorevoli.
Ericsson, a lungo e notoriamente corteggiata perché si sposti agli Erzelli, ha ricevuto dalla Regione una commessa di 30 milioni di euro (per ridurre il “digital divide”). Infine, i container di Spinelli che coprivano la spianata degli Erzelli sono parcheggiati, si dice provvisoriamente, sulle aree ex Ilva di proprietà della Società (a capitale pubblico) per Cornigliano Spa; ancora la mano pubblica.
I rilevanti interventi finanziari della parte pubblica contrastano con il più assoluto riserbo tenuto finora dalla parte privata. Quello degli Erzelli – osservava Pierfranco Pellizzetti – è un progetto “che sancisce la certezza del migliaio di appartamenti da edificarsi e mantiene l’incertezza sulle imprese che dovrebbero insediarsi, creando nuova occupazione” (Secolo XIX, 9 marzo 2007). Scritto più di un anno fa ma ancora valido per una riflessione.
(Oscar Itzcovich)