Donne – Quando i padroni arrivano prima
Da giovane studente universitario a Genova gli studenti della sinistra palestinese mi avevano suggerito di leggere, tra l’altro, Nawal Saadawi, medico, femminista araba egiziana. Ho letto una decina di suoi libri per l’emancipazione della donna araba. Da allora sono un sostenitore convinto delle battaglie delle donne, di tutte le nazionalità. In questi giorni la mia convinzione che quello femminile sia un contributo qualitativo, una garanzia per ogni cambiamento culturale ha ricevuto una conferma. Almeno lo spero.
Confindustria ha eletto per la prima volta una donna come presidente, e pare che la nuova presidentessa, Emma Marcegaglia, sia una “donna/donna”, che tiene alla propria femminilità. Un lavoratore della sua azienda dice addirittura che è dolce… questo forse è un po’ difficile. Pare, comunque, che non sia una di quelle donne che per farsi accettare dai maschi ne assumono il punto di vista, i comportamenti e le politiche. Vedremo.
Di certo, alla guida dei Giovani industriali dal 1996 al 2000, ha sostenuto l’integrazione di noi lavoratori immigrati. Fino ad allora, il concetto che gli immigrati fossero una risorsa per il paese, e non un problema, era espresso soltanto dal sindacato e dalle associazioni di volontariato laico e religioso. Inoltre una delle sue prime decisioni è stata quella di istituire una vicepresidenza che si occupi della sicurezza sul lavoro. Una donna al vertice, per di più autonoma, con una sua impostazione culturale innovativa… peccato che gli industriali, i “padroni”, ci siano arrivati prima di altri.
(Saleh Zaghloul)