Burosanità – Il gioco delle tre carte sulla pelle dei pazienti
Ospedale Evangelico lunedì 25 febbraio. La sala prenotazione è semivuota. La donna prende un numero e si avvicina allo sportello. Su ogni vetro che separa impiegati da utenza campeggia la scritta: QUI PAGOBANCOMAT. Questo la rassicura: non ha molti soldi e le tre prenotazioni potrebbero superare il contante.
La donna mostra all’impiegata le impegnative: una visita, già fissata in farmacia, da saldare e altre due richieste da fissare e pagare.
“E no, questa non la stia a pagare adesso…” le dice l’impiegata restituendole il foglio. “Scusi ma perché?”, “Non si sa mai quello che può succedere… Paghi a San Martino il giorno della visita”, “No, guardi, insisto: vorrei pagare ora”. L’impiegata è infastidita. Sussurra qualcosa alla collega che, facendo spallucce, invita la donna a passarle i soldi sotto la veneziana del suo sportello chiuso.
La seconda prenotazione è più complicata. L’appuntamento però viene fissato in tempi brevi. Ma non si può pagare subito: bisogna farlo direttamente il giorno dell’esame. Trattasi di struttura privata convenzionata.
La terza prenotazione è simile alla seconda: fissata in tempi brevi, al Poliambulatorio di Nervi. La donna chiede anche questa volta di pagare. La funzionaria adesso pare non ascoltarla e rivolgendosi alla collega sussurra: “Che dici? La mandiamo alle poste con un bollettino?”. L’altra annuisce. Sembrano entrambe stanche e contrariate. Ma anche la donna lo è: “Scusate, non voglio il bollettino postale, vorrei pagare adesso… Non desidero fare altre code: qui c’è scritto bancomat, posso utilizzarlo?”, “No. Il bancomat non va”, conferma la collega e l’altra aggiunge: “Il bancomat comunque viene accettato solo per le prestazioni relative all’ospedale Evangelico…”.
Nel portafoglio c’è l’importo. I soldi mostrati con insistenza sono incassati a fatica.
Nervi giovedì 6 marzo.
Il medico osserva l’impegnativa e ride: “Guardi che questi esami qui non si fanno più da mesi. Nel caso specifico non so proprio come la abbiano prenotata…”
L’impiegato del Cup di Nevi esclama: “Ma come è possibile? Glielo hanno fatto apposta? Ci sono solo due centri disponibili in città… Lo sanno tutti…Anche l’importo è sbagliato. Adesso le rifaccio la prenotazione, torni per sistemare la pratica: le spetta il rimborso di un euro”.
(Giulia Parodi)