Università/2 – Genova: i numeri della decadenza
Repubblica 17 febbraio ’08: a Genova, all’inaugurazione dell’Anno accademico, l’ospite di eccezione è il vicedirettore della Banca d’Italia. Parla con i numeri: la crescita economica dell’Italia è bassa, la produttività cresce poco, il reddito pro capite ristagna. In deperimento graduale anche il capitale umano: il 25% degli studenti ha competenze scientifiche insufficienti, la percentuale sale al 33% per quanto riguarda la matematica. Il 50% degli studenti non è in grado di comprendere e di restituire un testo di media difficoltà. Nessuna sorpresa: nelle graduatorie internazionali le università italiane appartengono alla seconda fila. Ma sanno anche come si sfugge al giudizio: concorsi addomesticati e molta autoreferenzialità circa i rendimenti didattici e la qualità della ricerca che vi si produce. In altre parole: da noi la corporazione universitaria fa finta che tutto vada bene.
Una conclusione già in qualche modo annunciata da “L’inchiesta” pubblicata da Repubblica il 6 febbraio ’08: “Dopo anni di università alle spalle un dottore su cinque ha serie difficoltà ad usare la parola scritta”.
Tra le conclusioni possibili per il lettore se ne affaccia una: l’università sembra attenta più a prendere che a quello che dà. E la città? Ha l’indotto e tanto basta.
(Manlio Calegari)