Ricerca e sviluppo – Più università, meno laureati
Repubblica 14 febbraio ’08: “I numeri dell’innovazione in Liguria”. Il riferimento, relativamente alla Liguria, è all’inchiesta condotta da Eurostat sui vari settori manifatturieri, il trend dell’occupazione, la spesa pubblica in ricerca e sviluppo. “Il dato più preoccupante riguarda… le risorse umane. Da oltre 10 anni ormai il numero degli studenti iscritti all’Università di Genova è in caduta libera (dagli oltre 41 mila dell’anno accademico 1996-97 ai 35mila scarsi del 2006-’07: -15%)… “. Nel caso delle facoltà di Ingegneria e di Scienze matematiche, fisiche e naturali siamo di fronte a un crollo; rispettivamente (per lo stesso periodo) meno 29% e meno 33%. Ancora: negli ultimi tre anni il numero dei laureati sia a Ingegneria sia a Scienze è calato del 33%. Una conferma indiretta dall’indagine condotta dalla Dixet per conto di Confindustria Genova: le imprese faticano a trovare personale qualificato.
Miglioreranno le cose con l’incremento delle università locali. La risposta è già nota: No! Non miglioreranno. Lo ha scritto il Sole 24 Ore 20 gennaio ’08 “Boom di università locali ma gli iscritti calano”. Dai 60 atenei del 1990 siamo passati a 94, quasi uno per provincia, “una miriade d’istituzioni scadenti” sorte per lo più “per mere logiche di consenso politico”. Un frazionamento accademico che neppure è servito a incentivare una maggiore formazione nelle materie scientifiche. “Un campanilismo che ammorba” è il commento del giornale di Confindustria.
(Manlio Calegari)