Treni abbandonati nel deserto di Nervi
Il treno parte, in orario, da Principe. Poco dopo una sosta per dare la precedenza a un treno in direzione contraria. Normale amministrazione. Ma anche alla stazione di Nervi la sosta si prolunga: un altro treno da far passare? Il tempo scorre e scorre, e non passa nessun treno. Una signora inizia ad agitarsi, sospira ad alta voce, si guarda in giro cercando conforto e complicità. Tutti gli altri però se ne stanno tranquilli. Ma il tempo passa, treno fermo, nessun ferroviere all’orizzonte. Gli altoparlanti della stazione, nel frattempo, nulla dicono del destino del nostro convoglio, e – sinistramente inframmezzati da notizie di soppressione di (altri) treni – diffondono inviti che, data la situazione, assumono un sapore surreale: non attraversare i binari, attenti al gradino, allontanarsi dalla riga gialla….
La signora si agita sempre di più, ma ora anche altri iniziano a stropicciare il giornale, ad andare avanti e indietro nel corridoio. Molti scendono dal treno e cercano lumi sui video sul marciapiede. Inutile, sono fuori uso. Nessun ferroviere all’orizzonte. Qualcuno tenta: si potrebbe cercare qualche informazione in stazione… ma gli viene ricordato che la stazione è inanimata: zero personale, zero informazioni. Alcuni venditori senegalesi solidarizzano con gli altri viaggiatori: … treni sempre ritardo, sempre! I viaggiatori dimenticati si scambiano ricordi ed esperienze di quotidiani disastri ferroviari.
Chi può, alla fine, cambia programma, e si lascia alle spalle il treno e le persone che vanno avanti e indietro, incerte, lungo il marciapiede.
(Paola Pierantoni)