194 – A difendere le donne ci pensa Ferrara
Qualche giorno fa a “Prima pagina” (rassegna stampa di Radio3) la segnalazione di una ascoltatrice: Giuliano Ferrara, intervistato al TG1, aveva affermato che negli ultimi trent’anni si è verificato un miliardo di aborti. Nessun riferimento al ambito geografico a cui si riferiva questo numero apocalittico.
La signora si chiedeva: che modo è questo di fare informazione? Da un lato c’è un giornalista (Ferrara) che usa strumentalmente un indimostrabile dato mondiale giocando sull’ambiguità del contesto, con l’evidente intento di spaventare ed influenzare irriflessive anime italiane, dall’altro, cosa almeno altrettanto grave, un altro giornalista (Gianni Riotta) che non ha sentito il dovere di una precisazione. Per fare informazione, aggiungeva l’ascoltatrice, non basta mettere un microfono in mano ad una persona famosa. Il conduttore di Prima Pagina del momento (Renzo Foa, direttore di Liberal) svicola e risponde di non poter esprimere giudizi sui propri colleghi. Ecco, nel breve arco di un minuto e mezzo, una bella sintesi della nostra informazione malata.
Intanto il giornalista Ferrara, mentre proclama di non voler modificare la legge 194, criminalizza oscenamente le donne. Osa dire (Repubblica del 17 febbraio) che “in Italia l’aborto è diventato una pratica eugenetica generalizzata”, quando sa benissimo che il ricorso all’aborto con la legge 194 è diminuito del 60 % tra le donne italiane, e del 40 % in termini generali. Definisce la fecondazione assistita “un aborto in vitro”, equipara di fatto l’aborto alla pena di morte: moratoria per l’una e moratoria per l’altro. Questo delirio non è tuttavia risibile perché per sabotare in modo grave la legge 194 non è indispensabile una modifica legislativa: è sufficiente creare un clima di stigma sociale e culturale, a cui le donne più fragili ed esposte, ad esempio le immigrate, faticheranno ad opporsi. A ben vedere c’è anche del razzismo in questo attacco alla 194 in un’epoca in cui le donne straniere vi ricorrono in proporzione sensibilmente superiore alle italiane.
Per fortuna mentre a Genova Giuliano Ferrara lanciava la minaccia “Le donne ora le difendo io”, le donne genovesi lo hanno lasciato da solo in compagnia con l’Opus Dei, ed hanno dato appuntamento per sabato 23 febbraio alle 16.30 in Piazza De Ferrari, in difesa di una legge diventata simbolo.
(Paola Pierantoni)