Enti pubblici/1 – Il conflitto d’interesse voluto dalla legge

La legge 84/94 (“Riordino della legislazione in materia portuale”, governo Ciampi) che rimpiazzava il precedente modello organizzativo basato su porti interamente pubblici con un modello liberalizzato (che avrebbe dovuto garantire la concorrenza tra privati) fu ricevuta con entusiasmo da ampi settori politici ed economici. Ma l’euforia è durata poco perché presto si sono presentate distorsioni e conflitti tra i diversi soggetti che operavano nel settore (Authority, operatori pubblici e privati, enti pubblici, Regione, Comune) con una interminabile sequela di polemiche, dilatazioni smisurate dei tempi decisionali, ricorsi giudiziari, commissariamenti ecc.) tanto che gli stessi soggetti che avevano promosso la legge hanno cominciato a chiederne una profonda modifica.


L’inchiesta giudiziaria di questi giorni è stato un epilogo inevitabile. Una sintesi efficace della attuale situazione è scritta sul Sole 24 Ore del 17 febbraio: “La vicenda giudiziaria che ha, al centro, la spartizione del terminal Multipurpose di Genova e ha portato all’arresto del presidente del porto, è la logica conseguenza di vuoti legislativi (in questo caso, la mancanza all’interno della legge sui porti 84/94 di indicazioni precise sulle regole da seguire nell’affidamento delle concessioni)”. Due governi nazionali che latitano: “uno durato cinque anni e l’altro quasi due, incapaci di approvare una riforma della 84/94. Infrastrutture viarie e ferroviarie che mancano…Processi di approvazione dei piani regolatori portuali caratterizzati da iter complicatissimi che bloccano le opere in banchina. Comitati portuali (*) deputati a governare gli scali che hanno al loro interno le stesse persone (terminalisti e operatori) di cui dovrebbero essere i controllori”.
Ora, si moltiplicano le voci di coloro che reclamano la riforma della legge 84/94, ma curiosamente, nessuno o quasi, pone in discussione la composizione del Comitato portuale, anzi, come chiede Assologistica, un’associazione che raggruppa 250 imprese nel settore logistico-portuale: “un punto cruciale sarà rappresentato dal mantenimento nei Comitati Portuali di presenze che privilegino le rappresentanze degli imprenditori che investono nei porti. (Informare, 12 febbraio 2008).
(Oscar Itzcovich)
(*) I Comitati portuali sono composti di 21 persone rappresentanti di diversi enti: Regione, Provincia, Comune, Camera di commercio, Comando del porto, Dogane, Genio civile. Inoltre sei rappresentanti di armatori, industriali, imprenditori, spedizionieri, agenti marittimi e autotrasportatori, sei dei lavoratori e uno delle ferrovie operanti in porto. Difficile prendere decisioni in una simile assise (ndr).