Graffiti – Doveva parlare alla Sapienza
Enorme errore quello di aver fatto in modo che Benedetto XVI evitasse di parlare alla Sapienza! Più il Papa parla, più si rivela la natura del suo pensiero, e – nella misura in cui coincidono – quello della Chiesa cattolica: lo scorso anno Benedetto XVI si è messo nei pasticci a Ratisbona, qualche tempo dopo ha avuto il coraggio di dire che gli spagnoli nell’America precolombiana hanno rispettato le religioni indigene, recentemente ha rivendicato l’eternità dell’inferno… ora salta fuori con l’affermazione che “correnti culturali e politiche cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali”.
Francamente, non mi pare che il grido “Vive la différence” sia sortito dai seminari o dai conclave, né che mai ci sia stato da parte di chicchessia il tentativo di eliminare le differenze sessuali. A parte il fatto che la cosa mi sembrerebbe d’ardua esecuzione (“è Romeo che se lo taglia o è Giulietta che se la cuce?”), se questo pensiero del Papa l’avesse formulato un altro, non avremmo riguardi nel liquidarlo come una sesquipedale sciocchezza.
Ma quel che dice un Papa deve pur essere discusso, e allora discutiamolo. Su quali basi biologiche, mediche, anatomiche, psicologiche o altro, B XVI fonda la sua teoria di una contrapposizione netta ed esclusiva tra maschio e femmina? Come negare che tra maschio e femmina – così come tra vita e morte – esistano stadi intermedi che conducono dall’uno all’altra senza soluzione di continuità? Altro che negargli la parola! Parli, parli, ci dica, citi, sentenzi, chiosi…
(Luigi Lunari)