Scenari Liguri – Renzo Piano propone, la Regione dispone
Scenari Liguri I. “Renzo Piano vede la città con meno cemento e più attenta al bello”. “Una strategia generale che tiene insieme lo sviluppo, la qualità e l’estetica”. Punti qualificanti: equità sociale (non devono esistere quartieri per ricchi e altri per poveri); sostenibilità (trasporto pubblico, ciclo di rifiuti, qualità del mare, costruire sul costruito garantendo l’invalicabilità delle linee di salvaguardia verde e blu); bellezza. Sono alcune delle linee del disegno strategico dell’Urban Lab di Renzo Piano che precisa: “Io non voglio fare un piano urbanistico”, ma “l’ipotesi di un nuovo piano urbanistico non è un sistema di deregulation” (Secolo XIX, 1° febbraio 2008). Quasi abituati ad andare avanti per varianti del piano regolatore, le parole di Renzo Piano appaiono tanto evidenti quanto significative.
Scenari Liguri II. Un enorme patrimonio immobiliare sarà ceduto dalla Regione per pagare i debiti. Superficie coperta complessiva: 134 mila metri quadrati, con terreni che si estendono per 2,6 milioni di metri quadrati. Base d’asta, 160 milioni di euro. Tenuto conto del valore dei terreni, meno di mille euro a metro quadrato edificato. E’ il valore medio dei 390 immobili delle Asl liguri che la Regione ha messo in vendita in blocco per ripianare il deficit della Sanità ereditato dalla precedente gestione. Operazioni di questa ampiezza, per quanto indispensabili, possono essere solo finanziarie? E i piani regolatori?
Interpellato dal Secolo XIX (2 febbraio) un noto immobiliarista della città qualifica semplicemente l’operazione come una “svendita”. “Ci sono aree come Quarto, Pratozanino a Cogoleto, Costaneira a Imperia, il cui valore è “incalcolabile al momento”, considerando che le destinazioni d’uso sanitario potranno essere cambiate solo dopo la conclusione dell’asta. Il punto è proprio questo: “perché non valorizzare le aree, decidendone la vocazione prima di metterle sul mercato? Perché non venderle a lotti anziché in blocco? Questi cespiti complessivamente possono superare di gran lunga i 200 milioni di euro”. Sul Secolo XIX del 3 febbraio, l’imprenditore genovese Davide Viziano, che di affari immobiliari se ne intende, è lapidario: “E’ un’asta anomala. Certi meccanismi è meglio lasciarli ai venditori di tappeti nei suq”.
Scenari Liguri Size Due srl. E’ la società che ha presentato l’offerta di 160 milioni di euro. La società è partecipata al 50% da un’azienda di costruttori bresciani, la Mael, che fa capo interamente alla famiglia dell’avvocato Lino Gervasoni (Michele De Tavonati è il presidente), e per il 50% restante dal gruppo che fa capo alla “Latin Spark Italia” di Reggio Emilia (Bresciaoggi, 30 dicembre 2007). Sul Secolo XIX del 30 dicembre 2007, il portavoce, Giovanni Melioli ha dichiarato: “Ciò che vogliamo trattenere e inquadrare in una serie di riqualificazioni sono i grandi complessi immobiliari”. Per esempio: il fabbricato di via Pisa a Genova (3000 mq), quello di Costarainera, edificio del primo ‘900 conosciuto come ‘padiglione Novaro’. E poi gli ex ospedali psichiatrici Pratozanino a Cogoleto e Quarto. Quarto è “un area magnifica e accessibile. Il suo futuro, per noi, sarà soprattutto quello di ricavarne residenze di pregio”.
Una domanda: cosa ne sarà dell’assistenza socio-sanitaria in psichiatria? (a questo proposito, rimandiamo all’interessante articolo di Luigi Pastore su Trucioli savonesi, 3 febbraio 2008).
(Oscar Itzcovich)