Vincenzi-Burlando – Ma le ragioni di scontro non sono caratteriali
“Dopo la pace diteci cosa farete”: titolo dell’editoriale di Repubblica del 26 gennaio ’08. La pace è quella siglata, al pranzo organizzato da loro collaboratrici, tra Burlando e Vincenzi (Repubblica 24 gennaio ’08, “Siamo diversi ma non dite più che litighiamo”). Meglio la pace, si capisce, ma ad oggi non c’è stata una rappresentazione convincente dello scontro tra loro, ridotto a conflitto personale, di carattere o di genere. “State facendo il male di Genova” o “mettetevi d’accordo” erano le parole della stampa. Messaggi al plurale ma era lei, Vincenzi, la destinataria del messaggio. Solo per lei le battute ironiche e le tiratine d’orecchia – “le scorribande” oppure “gli effetti speciali” della sindaco” (Repubblica 7 gennaio ’08). La città avrebbe voluto dalla sua stampa le ragioni dello scontro; capire perché la semplice parola “scontro” era da considerarsi imbarazzante al punto di invitare i protagonisti a fare i bravi.
Nel 2007, Vincenzi abbandonava il parlamento europeo per autocandidarsi a sindaco. Ignorata dal suo partito, i DS, poi osteggiata e solo alla fine subita, obtorto collo. Contro di lei schierate molte delle persone importanti della città. Come il presidente degli industriali che le chiese perchè non se ne stava a Bruxelles o il presidente di Carige (disse che per lui i candidati sindaci andavano tutti bene, perfino Margini (Oli106)! L’elenco potrebbe continuare ma è storia recente e tutti ricordano.
Poi Vincenzi ha vinto le elezioni e i partiti del centro sinistra hanno capito di dovergliene dare il merito. Speravano che la vittoria l’avrebbe placata e che, eletta, non avrebbe più rotto le scatole. Ma o non avevano capito perché avesse lasciato Bruxelles o lo avevano capito benissimo e l’aspettavano al varco per un regolamento di conti.
Di quali conti si tratta? La città non crede ai conflitti di carattere né agli “eccessi di esuberanza” di Marta. Questioni come quella Amt-Ami, parcheggio Acquasola, inceneritore, vendita del patrimonio pubblico comunale, proliferazioni di società partecipate toccano interessi enormi, gente pronta alla guerra. La questione del porto, che è anche aeroporto, extragettito, terzo valico e altro ancora, sta lì a provarlo. Il candidato vincente ha avuto l’appoggio del presidente della Regione, degli industriali, degli operatori portuali, di Carige, di Camera di commercio… persone che in vario modo avevano a suo tempo mostrato insofferenza per la candidatura Vincenzi.
Lo scontro è tra chi e chi? I partiti che sostengono la giunta Vincenzi parlano d’altro: orticelli privati da difendere prima di tutto dai compagni di partito. Neppure un misero comunicato per dire “sta succedendo questo, noi la pensiamo così, vorremmo che le cose andassero colà”; niente.
L’unica cosa certa, per ora, sono i cittadini che alle primarie e poi al voto hanno scelto Vincenzi come sindaco. Molti di loro pensano che il conflitto in corso non li riguardi. Come dargli torto? Forse Vincenzi dovrebbe dirgli…
(Manlio Calegari)