Immigrati. La richiesta moltiplica l’afflusso di clandestini

I numeri del futuro li ha dati Massimo Livi Bacci su Repubblica del 21 agosto scorso. Cinquant’anni fa, ha scritto, i 25 paesi dell’Unione, allora separati, contavano il doppio della popolazione di USA e Canada messi insieme.


Nel 2000 il vantaggio si era ridotto al 50% e c’è motivo per credere che tra 30 o 40 anni sarà annullato. Il nostro è infatti sempre più un mondo di figli unici e che alza cancelli di fronte agli immigrati. Le politiche migratorie dell’Europa Unita sono affidate ai ministri degli interni e ai capi della polizia e l’opinione pubblica se non è ostile è però avara a concedere diritti e risorse ai nuovi arrivati.
“Stranieri clandestini per legge” li ha definiti Ilvo Diamanti su la Repubblica (13 agosto ’04). La Bossi Fini infatti considera gli immigrati solo in quanto lavoratori, tollerati perché richiesti dal mercato. Così la loro presenza è ridotta ad un problema di sicurezza e di ordine pubblico e nessuno è interessato ad integrare, a spiegare agli stranieri valori e norme della comunità di arrivo… L’Europa Unita è arrivata al punto di negare la libera circolazione ai cittadini dei 10 nuovi paesi che sono entrati di recente a farne parte. I clandestini (se ci saranno) polacchi o sloveni saranno catturati e deportati nei loro paesi di provenienza? Eppure le politiche di contrasto e di contenimento hanno mostrato la corda. Non servono e sempre meno serviranno a riprendere il cammino della crescita, ridare fiato ai sistemi previdenziali, contribuire alla ricerca di un nuovo modo di vivere valido per gli uomini e le donne di tutto il mondo.
L’Italia è il paese europeo con la maggior domanda di immigrazione. La sanatoria del 2002 ha interessato 700 mila irregolari (il 90% delle richieste). Ma la domanda effettiva di immigrati da parte del paese è molto più alta; è per questo che il numero dei clandestini cresce di continuo. Il clandestino, anche quello che arriva da paesi lontanissimi, sa -perché esistono i telefoni, internet e le voci di quelli che fanno da tramite- cose che il cittadino italiano ignora. Che in un punto dell’Italia c’è un’impresa, una agenzia, una famiglia, un mercante di schiavi che aspettano solo che tu arrivi. Il resto sarà affare loro.
Un interrogativo per chiudere: qualcuno pensa che l’accoglienza in Italia di centinaia di migliaia di persone -che hanno le stesse aspirazioni di tutti gli uomini e le donne e i bambini del mondo- sia un problema delegabile solo al ministro della polizia e alle associazioni di volontariato?
(Manlio Calegari)