Statistiche – Quei record di asineria e di delitti in famiglia
Vi manca qualche argomento di conversazione? Ve ne fornisco alcuni. Sappiate che, secondo una ricerca annuale condotta da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, in base a indicatori ambientali quali quantitativi di PM10 e NO2 nell’aria, quantità media di nitrati nell’acqua, percentuale di depurazione delle acque, offerta e uso dei trasporti pubblici, qualità ambientale del trasporto pubblico, auto circolanti, verde urbano, abusivismo edilizio e altri parametri Genova è al settantesimo posto su 103 città, dopo Roma (sessantottesima) e molte altre, poco prima di Torino (settantatreesima) e Milano (ottantaduesima). Posizione meritata o giudizio troppo severo?
E se invece vi interessa la scuola, cosa ne pensate di questa ricerca targata Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulla preparazione degli studenti di 15 anni di età in 57 paesi di tutto il mondo, secondo la quale l’Italia è al trentatreesimo posto per competenze di lettura, trentaseiesimo per cultura scientifica, trentottesimo posto per quella matematica, collocandosi fra gli studenti più somari d’Europa, seguita solo da Portogallo, Grecia, Bulgaria e Romania? Fortuna che l’analisi dei dati condotta da Repubblica (11 dicembre 2007) corregge il tiro: sono le scuole private italiane che sono le peggiori del mondo, con un divario di undici punti in diverse materie rispetto alla scuola pubblica italiana. Forse sarebbe il caso di concedere qualche finanziamento perché si mettano al passo… Ma ci sono due statistiche che rappresentano pienamente l’italica gente: una è l’indagine sulla criminalità effettuata dall’Istituto Eures-Ansa a inizio anno, e riportata la scorsa settimana su alcuni quotidiani, secondo cui il 91,6% degli omicidi avviene in famiglia. Per dare qualche numero, ogni anno abbiamo un morto ammazzato ogni due giorni, solitamente donna, uccisa dal coniuge o convivente, occasionalmente da un amico. La famiglia italiana uccide più della mafia, della criminalità organizzata straniera e di quella comune. Il paradosso è che, qualche giorno dopo averci riproposto questi dati, l’Annuario statistico Istat riferisce l’ultima indagine (riportata su Repubblica 12 dicembre 2007) secondo la quale gli italiani si sentono veramente soddisfatti solo delle proprie relazioni familiari e della propria cerchia di amici: a fronte di un 90,1% di molto o abbastanza soddisfatti, abbiamo solo un 1,5% di insoddisfatti. In compenso, abbiamo paura della criminalità (31,9%), del traffico (46,7%), e non ci fidiamo di bere l’acqua dal rubinetto (circa 36%). Queste due ultime indagini sono apparentemente in contraddizione fra di loro, perché si riferiscono ad una criminalità evidenziata dai dati ufficiali e a quella percepita. Potremo fermarci a riflettere sul loro significato, o potremo continuare a farne argomento da bar, sorriderne, e tornare nel nostro sicuro ambiente domestico, lasciando fuori la criminalità, la scuola, il traffico, certi che a casa nostra si viva nel migliore dei mondi possibili.
(Maria Cecilia Averame)