Opere pubbliche – Il raddoppio della ferrovia e quello della discarica
La notizia che erano arrivati i soldi per completare il raddoppio della Genova-Ventimiglia (51 km da S. Lorenzo a Finale) risale al 6 luglio 2005. Dal palazzo della regione appena conquistato dal centro sinistra era venuta la buona nuova: la Andora – San Lorenzo completata entro il 2010. Restavano da fare altri 30 km, l’importante era cominciare.
Tutto regolare o quasi fino al maggio 2007 quando solitario il Mercantile (“Un tavolo per la discarica degli inerti” 3 maggio ’07) informava che a Ponente le cose non andavano bene. Colpa del contenzioso tra Italferr, società ingegneristica delle Ferrovie dello Stato, responsabile dei protocolli dell’appalto del raddoppio, e l’impresa spagnola Ferrovial vincitrice della gara. Gli spagnoli sono in ritardo, sostengono gli italiani (!). Non è vero, rispondono gli spagnoli. Sono gli italiani che fanno del boicottaggio e non ci danno i 50 milioni di euro che ci devono. Allora noi mettiamo in cassa 150 lavoratori (la metà degli addetti). E poi – hanno aggiunto – le discariche previste per il materiale estratto non bastano più.
Trattandosi di discariche toccava alla Regione reperirne di nuove: da qui “il tavolo” per il chiarimento tra le parti e le autorizzazioni per le nuove discariche.
Passa l’estate ma le cose non si chiariscono. A settembre un inviato del Secolo XIX (22 settembre 07),”Stop al raddoppio: boicottaggio?”) scrive che la colpa del blocco è molto probabilmente della Italferr italiana che fa di tutto per boicottare la spagnola Ferrovial che ha vinto l’appalto e, forse mettendo fuori gioco altre imprese. Comunque il problema dello smaltimento rifiuti esiste e – restando ai si dice – sembra che nel capitolato d’appalto non se ne parlasse proprio. Possibile? Milioni di metri cubi di risulta e non si era detto dove metterla?
Passano le settimane poi i lavori riprendono, alacri. Così fino al 5 dicembre ’07 quando esplodono i titoli della vittoria: “Raddoppio a Ponente: la talpa completa…ecc. ” (la Repubblica) e “La ferrovia non si ferma più” (Secolo XIX). Il gergo di Repubblica sembra quello del famoso bollettino della Vittoria: ultimo diaframma, estrema barriera rocciosa, importante tappa, la gigantesca talpa che sfonda, che procede per 15 m al giorno, 4 volte di più che in uno scavo tradizionale; 65 tecnici per azionare la macchina 24 h su 24 e così via. Più sobrio il Secolo che ricorda come il raddoppio di questa prima tratta – 18, 5 km – sarà attivo solo dal 2010. E come ci siano altri 32 km, da Andora a Finale da iniziare e completare.
Appaltatori e appaltanti hanno dichiarato che il lavoro non si dovrà più fermare e avanzerà “come un treno”. Anche il direttore del compartimento Ligure delle Ferrovie ha detto “Non possiamo permetterci ulteriori disguidi”. E si è augurato che le nuove discariche siano operative entro marzo. Si sa che una prima discarica sarà pronta già da gennaio e una seconda diverrà operativa poco dopo. Insomma, era solo un problema di discariche. O no?
(Manlio Calegari)