Doppi giochi – Ma lo scandalo Rai era già scritto

Una vecchia massima vuole che non ci sia nulla di inedito più di quanto già pubblicato. Specie nei libri, si potrebbe aggiungere. La conferma viene dal recente scandalo delle intercettazioni in Rai, dove si racconta che cosa combinavano le quinte colonne inserite da Berlusconi nei posti-chiave dell’emittente pubblica, al fine di impedire ogni accenno di concorrenza pericolosa verso Mediaset. Alla salute di chi nega l’esistenza del conflitto di interessi.


La temporanea conclusione della storia è nota: Deborah Bergamini, rampante cronista poliglotta, poi efficientissima assistente personale del cavaliere, da lui stesso imposta ai vertici del marketing Rai, è stata sospesa come “misura cautelare” dal servizio, per il doppio ruolo che andava svolgendo, secondo quanto emerge dalle sue telefonate registrate. Altre “misure” seguiranno; il tutto, naturalmente, tra le urla di protesta degli inquilini dell’ex casa delle libertà, convinti come sono che la loro prima libertà è quella di fare strame dell’interesse pubblico.
La cosa sorprendentemente sconosciuta invece è che tutto questo era già scritto e pubblicato in un istruttivo libro di Peter Gomez e Marco Travaglio, “Inciucio”, edito dalla Bur fin dal novembre 2005. Ben due anni, dunque, sono durati la distrazione, il disinteresse, quasi fastidio, quindi il silenzio generale attorno a quanto era denunciato a chiare lettere nelle 500 e più pagine dense di fatti e riferimenti, a dir poco sconcertanti, che gli autori rivelavano.
A proposito dei cosiddetti “agenti all’Avana”, si legge (pag. 114 e seguenti) che il nocciolo duro del potere Rai, regnante Berlusconi a Palazzo Chigi, era formato dal dg Flavio Cattaneo, stretto amico del fratello Paolo e di La Russa, e da due personaggi chiave: Alessio Gorla, inventore di Forza Italia insieme a Dell’Utri, esportatore di Mediaset in Sud America, quindi inviato ai piani alti della “concorrenza” quale responsabile dei palinsesti; seconda figura di spicco, la bionda Bergamini, detta la “zarina”, responsabile del marketing strategico, da allora la donna più potente di viale Mazzini, dal momento che era lei a decidere anche i “generi” dei programmi per le tre reti, cioè se è meglio un telequiz, un poliziesco o un varietà.
Il libro racconta quando qualcuno cercò di insidiare la punta di diamante di “Striscia”, ingaggiando per la stessa ora Aldo, Giovanni e Giacomo coi loro show demenziali che spopolano tra i bambini (anche coi calzoni lunghi); ebbene la riservatissima trattativa venne tempestivamente spifferata a Milano 2 che provvide a bloccarla. Questo e ben altro era scritto due anni fa. Ora i nastri delle telefonate tra i vertici Rai e Mediaset, pare contengano un ampio campionario di doppiogiochismo. Ma, sinceramente, che cosa ci si aspettava da personaggi messi in Rai apposta per far la guardia agli opposti interessi del loro padrone? Le cronache rosa ci informano che la bionda zarina, costretta a casa, è sconvolta: ha perfino sospeso di scrivere sul blog un diario personale con le sue fantavventure di principessa celtica. Davvero commovente.
(Camillo Arcuri)