Insicurezze – Controllo del territorio meglio se invisibile
Genova al primo posto nella graduatoria degli scippi e dei borseggi, insicurezza percepita e dati “oggettivi”, le notizie che oscillano, contraddittorie, tra rassicurazioni ed allarme. Il delitto più grave, l’omicidio – qui i dati sono tutti concordi – è in regresso, ma quello che conta, pare, è la crescita dei reati più prossimi alla quotidianità di ciascuno, di cui non si ha solo notizia attraverso i giornali, ma dagli episodi accaduti nel cerchio delle proprie conoscenze.
Un “addetto ai lavori” ricorda, parla per esperienza diretta, che quotidianamente ogni questura invia al Ministero e all’Istat un “mattinale” con i reati denunciati: informazioni abbastanza affidabili e, comunque confrontabili nel tempo. Se prendiamo il numero di borseggi ogni 100.000 abitanti denunciati all’amministrazione giudiziaria dalle forze di polizia, vediamo che il loro numero in Liguria passa dai 392 del 1995, ai 727 del 2006, (fonte: Rapporto sulla criminalità in Italia – 2007), a cui va aggiunto un buon 20% di episodi non denunciati. Certamente in Liguria i borseggi vengono denunciati più che in Campania, dove si registra nel 2006 il poco credibile numero di 153 furti con destrezza; mentre in Toscana, per fare un raffronto più omogeneo, si passa nello stesso periodo da 287 a 317.
Parliamo delle cause. Entra tra l’altro nel discorso la questione del controllo del territorio. Salta così fuori che fino a metà anni ’90 operava una “squadretta” che aveva il compito di prevenire i borseggi. Pare avessero acquisito una professionalità super. Non gliene scappava uno. Conoscevano i borseggiatori più o meno professionali, osservavano le vittime predestinate. Giravano sugli autobus e per le strade. Andato in pensione il “caposquadra”, il nucleo è stato sciolto.
Più recentemente (estate 2006) sono state azzerate due squadre (una quindicina di agenti) che da qualche anno avevano il compito di presidiare, in borghese, il territorio del centro storico.
La sintesi dell’interlocutore è che – fatte salve tutte le cause sociali – vi è un rapporto diretto tra aumento delle aggressioni per strada e mancanza del controllo sul territorio. Le pattuglie, che siano posteggiate in macchina, o che girino in gruppo, aggiunge, sono solo una psico-rassicurazione ad uso e consumo, soprattutto, dei commercianti.
Di certo il termine “insicurezza” è relativo: sabato scorso erano gli immigrati a dire di essere in un perenne stato di insicurezza proprio a causa delle nostre norme di legge, e il sabato precedente – prove alla mano – sono state le donne a indicare nel rifugio domestico il luogo di maggior rischio per la loro incolumità.
(Paola Pierantoni)