Migranti – Ritardi record per i soggiorni

Gli antichi luoghi di riunione di chi si occupava di immigrazione a Genova (il teatrino di San Siro, la sede dell’Arci in via San Luca) in queste settimane sono tornate a popolarsi. Si sta preparando una manifestazione di tutta la città, la prima con questo taglio da quando le divisioni che accompagnarono la manifestazione dei migranti durante il G8 (le organizzazioni sindacali rifiutarono di aderire) posero fine all’esperienza del Forum Antirazzista.


Il problema più grande, quello che ha dato il via alla mobilitazione, è quello dei ritardi delle pratiche per il permesso di soggiorno. Viene descritta l’incredibile trafila: a Genova si è passati da una attesa media di tre mesi per un primo appuntamento, a tempi che vanno dai dieci mesi a più di un anno. Successivamente ulteriori convocazioni per “perfezionare” la pratica, ma senza che le persone siano informate di quel che ancora manca. Quindi giornate di lavoro perse solo per sentirsi dire cosa è che serve, e nuovi appuntamenti a mesi di distanza. Nel frattempo si tira avanti con le “ricevute” della avvenuta domanda di rinnovo.

Le disposizioni emesse dal Governo sembrerebbero risolvere ogni problema: anche con la sola ricevuta l’immigrato può essere assunto, prendere la patente, fare una vita “normale”. La realtà però sta da un’altra parte: la grandissima maggioranza dei datori di lavoro non ci pensa nemmeno ad assumere un immigrato con in mano solo un pezzetto di carta su cui è scritto che ha avanzato domanda per il rinnovo. Quindi le persone o non lavorano affatto o lavorano in nero.

Molte volte quando il permesso di soggiorno finalmente arriva, i suoi termini sono già scaduti, e si parte per un nuovo rinnovo, per il quale però è essenziale dimostrare di avere quel lavoro in regola che non si è ottenuto perché si aveva in mano solo un pezzetto di carta. Un circolo vizioso che nega alle persone la dovuta dignità e che compromette le loro possibilità di lavoro e di vita. In molti osservano che questa “inefficienza” alimenta un sottobosco di personaggi che si offrono – a pagamento – come intermediari, promettendo scorciatoie per accelerare le pratiche.
Non è così dappertutto, vi sono questure dove tutto si svolge con tempi più accettabili, Genova, per motivi che non si riescono ben a inquadrare, sta conquistando il record dei ritardi.

La platea che discute e che decide è profondamente mutata dai tempi del Forum Antirazzista e pare segnare un passaggio di fase: ci sono sempre alcune delle presenze “storiche” (Cgil, Cisl, Auxilium Caritas, ArciI, Città Aperta …), ma oggi la maggioranza appartiene alle associazioni degli immigrati che propongono di creare nuovamente un coordinamento stabile. Quando si arriva a decidere le parole “forti” su cui convocare la manifestazione si verifica una rapida convergenza: “Basta con il lavoro nero e le morti sul lavoro – basta con il razzismo – basta con l’uso politico degli immigrati”. Per tutti appuntamento sabato 1° dicembre alle ore 15 a Piazza Acquaverde (Stazione Principe)
(Paola Pierantoni)