Ambiente – Burolingua al servizio dei soliti furbetti
Ad un recente seminario sullo sviluppo costiero (vedi OLI 158), erano stati enumerati mezzi che la legge può adoperare per poter difendere i litorali. Regime demaniale, strumenti di piano, le norme di protezione ambientale. Ma, lamentava il relatore, un’ambiguità di fondo del linguaggio giuridico rende l’applicazione scivolosa e inefficace.
In questi giorni il caso dell’ennesimo scempio edilizio diventa paradigma delle armi della tutela, numerose e spuntate (Il Secolo XIX 12 novembre 2007, “Il dirigente dell’urbanistica: Oscuri per evitare ricorsi”): il Comune approva la costruzione di bagni pubblici sul litorale di Arenzano, a patto che siano in legno, non precludano la vista mare e che non ci sia cementificazione della spiaggia. I bagni che appaiono sul lungomare sono, invece, in muratura e di evidente impatto ambientale. I cittadini reagiscono con un esposto a cui il Comitato tecnico urbanistico della Provincia da pienamente ragione. Ma, nonostante tutto, i lavori sono ultimati, i bagni quindi rispondono comunque ad un interesse pubblico e quindi restano lì dove sono. Com’è possibile? Il segreto è svelato dal dirigente del Comitato tecnico urbanistico della Provincia Paolo Tomiolo “Le opere erano già state realizzate quando è pervenuto l’esposto e gli uffici regionali competenti, ai quali aveva mo chiesto il parere, hanno risposto che i permessi e le autorizzazioni già rilasciate, comprese quelle urbanistiche e paesaggistiche, potevano essere conservate. L’autorizzazione rilasciata a fini demaniali doveva essere invece trasformata in concessione per atto pubblico”. Alle richieste di chiarimento del giornalista, l’architetto continua, rivelando qual è il vero nemico: il ricorso al Tar. “Nessuno è contento quando annulliamo gli atti che consentono di realizzare un intervento edilizio… Se scriviamo i nostri provvedimenti con un linguaggio troppo semplice, corriamo il rischio di veder invalidati gli atti”.
In sostanza da una parte ci sono le istituzioni, Comune, Provincia, Regione, dall’altra una congerie di interessi antagonisti, pubblici e privati; il linguaggio normativo deve essere abbastanza duttile da poter essere forgiato a colpi di interpretazione, stirato e steso fino a giustificare l’interesse, di volta in volta, privilegiato. Un virtuosismo linguistico, sempre dal caso di Arenzano: “il consolidamento in capo al soggetto attuatore di posizioni giuridiche meritevoli di tutela, avendo lo stesso avviato l’intervento previo ottenimento di un titolo abilitativo”.
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ‘l velame de li versi strani.
(Eleana Marullo)