Porto/1 – Si chiama governance la crisi di Genova
La Conferenza strategica sul porto (31 ottobre 2007) voluta da Marta Vincenzi ha mostrato una preoccupante divisione nel centro sinistra locale e nel suo rapporto col governo nazionale. Il progetto Vincenzi (OLI n. 162) ha il suo principale cardine nella disponibilità dei finanziamenti derivati dal cosiddetto extragettito fiscale. Un comma contenuto all’articolo 5 della legge finanziaria in discussione al Senato prevede che una gran parte delle risorse generate dai maggiori gettiti fiscali dei porti liguri siano impiegate per finanziare il Terzo Valico.
A quanto ammonta l’extragettito? Non lo si può dire con certezza poiché “ciò che i porti possono infatti trattenere alla fonte è l’incremento che si genera fra il gettito fiscale dell’anno precedente e quello successivo” (Repubblica, “Affari & Finanza”, 5 novembre). Se ogni anno i traffici incrementano potrebbero essere ingenti, dell’ordine di centinaia di milioni di euro all’anno, ma nessuno può assicurare che le cose vadano precisamente così.
A chi spetterà la competenza sull’extragettito? Burlando, presidente della Regione ha detto “l’extragettito deve restare patrimonio dell’Autorità [portuale] e della Regione” (agenzia APcom, 31 ottobre). E ha giurato che, se la norma sarà approvata, destinerà anche l’ultimo euro del gettito aggiuntivo alla realizzazione del Terzo valico “fino a quando l’opera non sarà portata a termine” (Il Sole 24 Ore, 2 novembre).
La sindaco Vincenzi non è d’accordo. L’extragettito alla Regione taglierebbe fuori il Comune, impedendogli di assumere il ruolo centrale che il sindaco ritiene necessario. Per questo prospetta la creazione di una nuova authority pubblica che assicuri al Comune, insieme a Provincia e Regione, la gestione dell’ipotetico tesoretto dell’extragettito fiscale” (Secolo XIX, 3 novembre). Per rinforzare ulteriormente l’afflusso di risorse (e la posizione del Comune), Vincenzi propone inoltre l’inserimento nella legge finanziaria di un comma che permetterebbe di stanziare a favore del Terzo Valico, anche l’incremento del gettito derivante dalle imposte dirette delle imprese operanti nel territorio del Comune di Genova. (Il Sole 24 Ore, 2 novembre).
Di tutt’altra opinione il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi che, in occasione dell’assemblea di Assoporti (l’associazione che riunisce le autorità portuali) del 6 novembre, ha gelato le attese di Burlando e Vincenzi di un “federalismo infrastrutturale”. I soldi dell’extragettito non saranno immediatamente restituiti al territorio, ma finiranno in un fondo gestito dal ministero dei Trasporti. “Il governo – ha detto Bianchi – non ha intenzioni di aprire, in materia di porti, a un federalismo infrastrutturale che rischierebbe di creare un conflitto tra le regioni del Nord e quelle del Sud” (Il Sole 24 Ore, 7 novembre).
Molti commentatori hanno letto le differenze politiche emerse – a cui vanno aggiunte almeno quelle con l’autorità portuale – come una guerra politica all’interno del centro sinistra. E’ probabile che le ragioni personali abbiano il loro peso, ma resta in primo piano la difficoltà del governo nazionale e locale di esprimere un indirizzo condiviso. Genova, scrivono i quotidiani, non ha ancora una governance credibile.
(Oscar Itzcovich)
Mi pare che l’evoluzione sancita dall’approvazione in Senato delle norme relative al federalismo dell’extragettito fiscale gettino acqua sui timidi “fuochi di Sant’Elmo” che brillano all’interno del Centrosinistra, più unito di quanto sembri, per tacitare coloro che denunciano la mancanza aGenova di una Governance credibile all’interno del Centrosinistra. Adesso viene il difficile, bisogna capire come mettere a frutto senza indebitarsi troppo con le banche con prestiti a lungo termine che metterebbero Genova sotto ipoteca per generazioni. La soluzione è quella di stimolare l’extragettito attraverso una rapida esecuzione nei lavori previsti dal Piano Regolatore Portuale e nella realizzazione di quelle infrastrutture in grado di smaltire l’extra traffico senza impattare la paralisi della città in attesa del suo naturale upgrading infrastrutturale. Non c’altra strada percorribile se non quella di dare la precedenza alle opere ferroviarie del nodo di Genova, dei valichi storici dei Giovi oggi esistenti e alla Genova-Ovada. Solo così si può far cassa e far crescere in armonia porto e città senza regalare alle banche tutto ui buone del federalismo fiscale.
Condivido le enunciazioni del Prof.Midoro sulla stampa locale, pur con i limiti oggettivi di una trattazione breve come una intervista, ho trovato spunti condivisibili , sui quali qui non mi soffermo. Al fine di sviluppare il dibattito, che si è fatto interessante, vorrei accendere i riflettori su alcune questioni che ritengo degne di ulteriore approfondimento prima di appiattire definitivamente la questione porto sulla presunta essenzialità del III valico: ( 1 ) come influenzare in tempi brevi la crescita dell’extragettito; ( 2 ) come ridurre l’eventuale indebitamento per il III valico; ( 3 ) in quale direzione deve andare il porto di Genova; ( 4 ) Il sistema portuale Genova-Savona ; ( 5 ) stimolare la crescita del porto o cogliere opportunità?
PUNTO ( 1 ): attraverso il rapido completamento delle opere previste dal PRP e l’upgrading delle ferrovia Genova-Ovada, dei valichi storici dei Giovi e del nodo ferroviario di Genova; Questo consente di traguardare l’immediato raggiungimento (brevissimo termine) di quote maggiori di traffico smaltibili senza rinunce ambientali per Genova e la sua Provincia.
PUNTO ( 2 ) potendo macinare un maggiore extragettito in tempi relativamente brevi, secondo quanto enunciato al precedente punto “1”, sarà possibile pianificare meglio gli investmenti di lungo termine come il III valico, se ancora necessari, riducendo gli oneri finanziari;
PUNTO ( 3 ) Il Porto di Genova deve andare nella direzione del radicamento a Genova di grandi vettori come MSC e Maersk (nelle merci) e Costa Crociere (nelle crociere-passeggeri), offrendo spazi adeguati e ben strutturati;
PUNTO ( 4 ) E’ irrinunciabile un coordinamento (Unica Port Authority nel medio termine) tra i porti liguri, in primis Genova, Savona e Vado (estendibile successivamente a La Spezia). L’offerta al grandi seacarriers mondiali deve essere adeguata con una massa critica di capacità di movimentazione e smaltimento nel territorio sufficiente e ben strutturata, impensabile affrontare le sfide del futuro con dotazioni sub-standard in quantità e qualità come quelle di oggi-
PUNTO ( 5 ) il numero dei container che possono transitare per Genova sono in continuo aumento, il mercato è in poliennale espansione, Genova è quasi alla saturazione e scoppia tutto, banchine e infrastrutture, la crescita c’è comunque a prescindere da Genova, Genova deve solo dire se vuole cogliere l’occasione oppure no, rincorrendo il mercato che essa non determina oramai più e che segue altre logiche, e decidendo come mitigare al meglio la crescita del porto arrivando a definirne il limite sostenibile per non distruggere l’ambiente ed altri comparti dell’economia. Sarebbe splendido poter leggere qui su questo forum un gradito parere del Prof. Midoro.
Telegraficamente e di getto svolgo qualche considerazione sulla mail di Vigo (che ringrazio per gli apprezzamenti).
“presunta essenzialità del III valico”
Il TV è necessario per l’estensione dell’hinterland verso il Sud Europa.
Senza l’estensione dell’hinterland, che presuppone efficienti ed economici servizi logistici e collegamenti intermodali, lo sviluppo significativo dei traffici del porto non è possibile.
Naturalmente tutti gli adeguamenti e ammodernamenti della rete ferroviaria esistente sono da reclamare, ma nel medio-lungo periodo non bastano.
( 1 ) come influenzare in tempi brevi la crescita dell’extragettito; Occorre preliminarmente vedere come verrà regolamentato (“Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro delle infrastrutture, sono definite le modalità attuative della partecipazione alle riscossioni dei tributi erariali e del trasferimento del fondo, nonché i criteri per la destinazione delle risorse e per il monitoraggio degli interventi”).
Dipenderà dall’incremento differenziale dei traffici a decorrere dall’anno 2008. Quanto più i traffici cresceranno rispetto all’anno precedente tanto più crescerà l’assegnazione di fondi rapportati all’IVA e alle accise relative alle operazioni aggiuntive nei porti e negli interporti.
( 2 ) come ridurre l’eventuale indebitamento per il III valico; Intanto bisogna costruire l’operazione di finanziamento dell’intera opera.
Ho proposto la costituzione di un gruppo ristretto di tecnici per studiarla.
L’extragettito dovrebbe fornire capitali per pagare gli interessi e rimborsare il capitale alle istituzioni finanziarie.
( 3 ) in quale direzione deve andare il porto di Genova; Rimando alle mie risposte alla prima e alla quinta domanda poste dal direttore del Secolo
( 4 ) Il sistema portuale Genova-Savona ; Parlerei di sistema portuale ligure da costruire con la necessaria gradualità, magari aprendo in tempi brevi un confronto sui piani di sviluppo al fine di cogliere le eventuali sinergie.
Per favorire lo sviluppo sostenibile del porto occorrono davvero tante cose, tra cui nell’immediato avviare un confronto tra Comune e Autorità Portuale sulle misure da prendere su strada a mare, nodo di s. benigno, varchi lungomare canepa, raccordo dedicato porto casello di bolzaneto, autoparco etc etc. Se non si razionalizzano e potenziano, secondo un piano coordinato porto/enti locali/istituzioni le infrastrutture ferroviarie, viarie e autostradali non si va da nessuna parte.
Cordialità e un saluto a tutti,
Renato Midoro