Porto – “Anno zero”? Sì, no, forse
Oggetto: la conferenza strategica voluta dal sindaco Vincenzi per definire il destino del porto. Premessa: la città ha il suo futuro economico nel porto; in quello dei container; non in quello “vecchio” delle “merci varie”. Il porto di Genova che alla fine degli anni Novanta era il primo del Mediterraneo è scivolato al terzo posto. Se tutto andrà bene a fine anno avrà mosso 1.800.000 containers. Vincenzi: l’appuntamento è il 2015; bisogna creare le condizioni per muoverne 10 milioni. Un numero – nella discussione seguita alla relazione c’è chi farà dell’ironia – che serve a sottolineare come, per recuperare e reggere i tempi, la situazione attuale andrà moltiplicata almeno per 3 o 4 volte. Per realizzare un obiettivo così ardito Vincenzi propone uno strumento “complessivo”, un’autorità con il compito di eliminare il traffico pesante dalle strade cittadine e dell’Appennino, capace di affrontare la questione portuale nell’insieme (porto, interporti e in frastrutture -gronda, terzo valico ecc.) e non per frammenti. In pratica una società composta da comune, regione e provincia da finanziare con l’extragettito ma non solo.
La proposta Vincenzi, accolta con insofferenza da alcuni, ha riscosso anche interesse. Qualcuno l’ha definita “coraggiosa”. Il suo merito: non limitarsi a mettere sul tavolo problemi ben noti ma proporre una soluzione a livello gestionale e finanziario.
A una settimana dalla conferenza, sono già molti i segnali che annunciano un confronto duro e ricco di sorprese. Tanto per fare un esempio: a riconoscere la novità e la qualità della proposta Vincenzi si è mosso Il Secolo XIX con un commento del suo direttore (2 novembre 2007 “…Genova all’anno zero”) e di un suo opinionista (3 novembre “…Idee in rotta di collisione”). Ironie invece da parte di Repubblica-Lavoro che ha titolato la prima pagina (1° novembre) “Supermarta scivola sulle banchine”, accompagnando il tutto con un fondo: “I cattivi consiglieri della regina”. La nota, che si complimenta ironicamente col sindaco per essere riuscita a mettere finalmente d’accordo la comunità portuale nel … rifiutare le sue proposte, si conclude con una condanna senza appello: “La comunità portuale non ha bisogno di questo”, dove “questo” comprende metodo, merito e lessico della proposta.
La posizione del giornale del centro sinistra si è solo in parte modificata nei giorni successivi. Il 5 novembre scorso, il fondo del responsabile delle pagine locali di Repubblica, in polemica col direttore del Secolo XIX, ha sostenuto che Genova non è all’anno zero e che dopo la liquidazione del settore industriale molto è stato fatto per il risanamento della città e per il porto. Riafferma però che la conferenza è stata una ripetizione di analisi e proposte ormai vecchie di anni. Che il porto non ha bisogno di “strategie lunghe e complicate”, ma di “sistemare tre o quattro cose” che sono sotto gli occhi di tutti: Ponte Parodi, Calata Bettolo, passante e manovre ferroviarie, i collegamenti tra il porto e la città (waterfront).
“Anno zero” sì o no? Se almeno fosse l’anno che si comincia a parlar chiaro…
(Manlio Calegari)