Sicurezza – Vincenzi alla prova dei vigili urbani
Prendete il Secolo XIX. A settembre 2007 gli articoli dedicati alla sicurezza erano il doppio di quelli di agosto. E a ottobre? Il doppio di settembre. Domanda facile: quanti saranno a novembre? Domanda difficile: quale relazione tra campagna giornalistica e “fatti”? A far riferimento ai normali indicatori – quelli forniti da questura, prefettura, procura ecc. – la situazione sembrerebbe stazionaria, non troppo diversa dal solito. Sarebbe invece cambiata la loro “percezione”: come la paura che non ti fa uscire di casa, o ti spinge a cambiare zona di residenza o ad avere comportamenti aggressivi. Se la “percezione” del pericolo cresce, lo spazio per ragionare si restringe, molto.
Da settimane politici e istituzioni parlano solo con proclami. Annunciano misure irrealistiche ma che vogliono essere rassicuranti: “tolleranzazero” (ancora!), “restringeremo”, “aumenteremo…”. Il nemico è stato chiaramente individuato dal prefetto (Secolo 28 ottobre ’07):”Genova ha a che fare con un doppio problema. Uno è rappresentato dalla criminalità effettiva. Un altro, forse ancora più grande, da un senso oggettivo di difficoltà di fronte a comportamenti riconducibili soprattutto a immigrati che hanno atteggiamenti non consoni al nostro vivere civile (sic!). E quando dico non consoni è evidentemente un eufemismo”. Dichiarazione pesante ma in prefettura queste cose si sanno. Da anni infatti sono impegnati ad elaborare piani sull’ordine pubblico (2003 “Piano per il controllo del territorio”, 2004 “Piano di coordinamento per il controllo del territorio” e poi ancora i “piani” varati nel 2005 e nel 2006) dai consuntivi rimasti sconosciuti.
Si capisce, ha aggiunto il prefetto, che prefettura e questura non possono fare tutto. “Una parte spetta a noi, un’altra sicuramente all’amministrazione”. In proposito la sindaco aveva parlato chiaro già prima di questa fase di acuti. Si era appena insediata che aveva detto pressapoco: il corpo dei vigili urbani dovrà essere più presente in città, anche la sera e nei giorni festivi. Dichiarazione impegnativa che il “corpo” aveva fatto passare. Pochi giorni fa nuova promessa: “100 vigili in più a Sampierdarena”. Il “corpo” aveva di nuovo incassato in silenzio. Poi, a ruota, l’assessore alla sicurezza (Secolo 26 X ’07) aveva annunciato l’imminente attuazione del progetto “vigile di quartiere”. No, ora basta – ha tuonato il rappresentante sindacale CGIL (Secolo 27 X ’07). Decidete quello che vi pare – fa sapere – ma sia chiaro che poi dovrete fare i conti con noi. Tradotto: 1) i turni esistenti non si toccano; 2) a fare il vigile di quartiere ci vanno solo quelli che hanno vogli a di andarci; 3) in ogni caso non se ne parla prima di sei mesi perché sono necessari corsi di addestramento appositi.
Affermazioni che come in altri casi recenti indicano nel rapporto tra direzione politico amministrativa e gestione della macchina comunale uno dei problemi principali della giunta Vincenzi. Aspetti politici a parte i cittadini hanno letto con inquietudine che personale oggi abilitato a portare alla cintura pistola e manette ritenga di aver bisogno di particolare addestramento per fare il vigile di quartiere.
(Manlio Calegari)