Convegni. Un manager ricorda l’etica ai filosofi
Il convegno può collocarsi, a buon diritto, tra le manifestazioni culturali qualificanti della città per il 2004. Organizzato dal dipartimento “Della Corte” della facoltà di Lettere è una ulteriore testimonianza del ruolo attivo, non circoscritto ai muri dell’ateneo, che i nostri docenti universitari possono giocare nella vita della città ed una dimostrazione di come si possono organizzare manifestazioni culturali di successo con costi limitati. Ricordando sempre che nessuno, per definizione, è profeta in patria.
Superfluo citare i singoli relatori; per conoscere i contenuti dei singoli interventi è opportuno attendere gli atti del convegno previsti per fine anno. Due sole citazioni per sottolineare come la storia sia tuttora attuale: “Non mi persuadi nemmeno se riesci a convincermi” (Plauto), “Le imprese sono quelle che sono, ma importante è come esse appariranno” (Traiano).
A riportarci alla quotidianità la magistrale relazione di Edoardo Sanguineti su “Propaganda e pubblicità”. Ma gli spettatori sono rimasti sorpresi dalla tavola rotonda finale, nonostante l’assenza del filosofo Tullio Gregory. Un professore manager, Carlo Castellano, e successivamente un intelligente teatrante, Mony Ovadia, hanno evocato una grande assente: l’”Etica”. Nonostante la presenza di un filosofo questa protagonista della convivenza civile era rimasta fuori dalla porta.
Castellano sottolineando come una economia di mercato sia un dato di fatto, e comunque preferibile ad alternative che non la prevedano, ha richiamato, rifacendosi alle esperienze imprenditoriali, le tre barriere invalicabili: etica – comunità scientifica – stato e controlli. Ovadia l’ha richiamata a proposito di “salute e sicurezza sul lavoro” nelle industrie di Sesto San Giovanni prima della deindustrializzazione.
Speriamo che iniziative come quelle del convegno continuino, vengano adeguatamente pubblicizzate, ricreino il dovuto interesse tra il pubblico non solo universitario e degli addetti ai lavori. Ne ha bisogno soprattutto la civile convivenza.
(Vittorio Flick)