Giudici – Perché intitolare una piazza a Borrè

Il 27 ottobre 2007 il Comune di La Spezia intitolerà a Giuseppe “Pino” Borrè la piazza del Tribunale. Nell’occasione, alle 15, verrà tenuto presso la Sala Dante un seminario di studio, cui parteciperanno il Sindaco Massimo Federici, il Prof. Avv. Guido Alpa, il Prof Avv. Carlo Federico Grosso, l’On. Elena Paciotti e il dott. Livio Pepino, componente del CSM.
Docente per molti anni presso l’Università di Pisa, Giuseppe Borré, aderì a Magistratura democratica, fin dai primi passi del gruppo nel 1964. Di MD Borré fu componente del Comitato esecutivo dal 1975 al 1978 e presidente dal 1978 al 1986. Collaboratore di “Qualegiustizia” per tutto il periodo di pubblicazione (1970-1979), fu direttore di “Questione Giustizia” dalla fondazione (1982) sino alla sua morte (agosto 1997).
Dell’amico “Pino” Borrè, Carlo Brusco, giudice della Corte di Cassazione, ha mandato un ricordo che, pubblicato integralmente sul nostro sito (cliccare qui), compare qui in versione succinta.


Ho conosciuto Pino Borrè appena entrato in magistratura, nel 1967. Lavorava nella stessa città, Genova, dove ho svolto i primi decenni della mia attività giurisdizionale. Non abbiamo mai lavorato nel medesimo ufficio ma il rispetto e la stima da cui era circondato lo rendeva un punto di riferimento per tutti (anche per gli avvocati e per il personale amministrativo).
Dipendeva questa stima dalla sua elevatissima preparazione ? Non credo fosse solo questo. Esistono magistrati forse altrettanto preparati che non sono circondati da questo rispetto. Credo invece che varie fossero le sue caratteristiche che ne facevano un magistrato esemplare ma anomalo.
Pur essendo da sempre impegnato nella vita associativa e di corrente (e in numerose altre iniziative culturali e, in alcuni periodi, nell’insegnamento universitario) Pino ha sempre continuato a pensare che il suo impegno principale dovesse essere dedicato all’attività di magistrato e nell’attività giurisdizionale ha sempre profuso il suo profondo ingegno e le sue migliori capacità. Non credo sia un caso che a Genova in quel periodo siano confluiti in magistratura democratica (allora numericamente irrilevante, oggi corrente di maggioranza nel distretto) anche numerosi colleghi di sentimenti democratici ma tutto sommato politicamente lontani dalla sinistra; Pino rappresentava un modello di magistrato per tutti. Ricordo la stima profonda che nutriva per lui un presidente del Tribunale che aveva idee esattamente opposte alle sue.
Un’altra delle caratteristiche di Pino era quella del rispetto per tutti e per tutte le idee, anche quelle più lontane dal suo modo di pensare.
E la sua pacatezza nell’argomentare (che gli ho sempre invidiato) metteva sistematicamente a disagio gli interlocutori che la pensavano diversamente ma che erano costretti ad apprezzare sempre la modestia e l’umiltà di chi sa di non possedere verità assolute.
Un uomo e un giudice perfetto ? Certamente no. Come tutti coloro che agiscono anche lui ha commesso i suoi errori. Ricordo che abbiamo parlato più volte del voto al CSM con cui venne scelto il dirigente dell’ufficio istruzione di Palermo e Pino non ha mai escluso di aver potuto commettere un errore votando per il candidato contrapposto a Falcone. Insomma era pronto anche a mettere in discussione le sue scelte.
Adesso smetto perché sono certo che Pino, se fosse vivo, sarebbe molto seccato di questo quadro così luminoso della sua persona. D’altra parte se non fosse stato così al di fuori del comune non lo ricorderemmo con tanto affetto e commozione.
(Carlo Brusco)