Ma le superpensioni non si toccano
La proposta del dott. Salmoni (Newsletter Oli n. 159) è animata dall’urgente necessità sociale ed economica di limitare le forti disparità di reddito, ma individua una soluzione (tagliare le pensioni più alte per sostenere le più piccole) peggiore del male: le disparità sono generali, non solo tra redditi da pensione, e la miglior garanzia per ognuno è proprio quella di poter contare sul fatto che il proprio conto previdenziale non può essere toccato da nessuno e per nessuna ragione. Il montante rivalutato dei contributi versati costituirà la base per il calcolo della propria pensione, come accade col sistema contributivo: in pratica a ognuno viene restituito, previa rivalutazione, ciò che ha versato negli anni attivi (in senso statistico: in realtà una prestazione totale maggiore o minore nel caso di permanenza in vita superiore o inferiore alla media).
Resta il fatto che l’Italia presenta una miscela di immobilità sociale e disparità di reddito unica al mondo, problema al quale porre rimedio tramite abolizioni di privilegi, liberalizzazioni incisive, imposte progressive e welfare a carico della fiscalità generale, separando assistenza e previdenza. Di questa separazione si parla da decenni, ma non s’è fatta: nel Paese più ingessato d’Occidente, nella sostanza tutto (dalla conduzione del festival di Sanremo in su) funziona come quarant’anni prima.
(Bernardo Gabriele)