Ramadam – Festa italo-islamica con qualche vuoto

Sabato 13 ottobre per la festa di fine Ramadam organizzata dalla Associazione “La Palma” tutti i posti a sedere dell’auditorium di Palazzo Rosso sono occupati, molte le persone in piedi. A sinistra le donne, prevalentemente col velo, a destra gli uomini, molti tra loro vestiti con giacca e cravatta, nessuno con la jallaba. Tantissimi i bambini. In aggiunta un certo numero di italiani che hanno raccolto l’invito alla cittadinanza e alle autorità affisso alla porta del centro di preghiera di via del Campo per questa festa.


Il 25 Settembre Il Secolo XIX aveva dedicato a questa moschea “informale” tutta la prima pagina della sua sezione locale: il luogo della preghiera si era infatti trasferito da un piccolo spiazzo all’aperto tra vico della Croce Bianca e vico dei Fregoso, ciclicamente ricoperto dai tappeti per la preghiera del venerdì, ai fondi dello stabile n. 13 di via del Campo, acquistati coi soldi raccolti da una sottoscrizione lanciata dal Centro culturale “Khalid Ibn Al Walid”. L’articolo evidenziava i problemi che si delineavano all’orizzonte: i fondi in questione infatti non hanno attualmente l’agibilità per essere usati come luogo di culto o di riunione. Ma dalle testimonianze raccolte era anche chiaro che non esistevano particolari tensioni nel quartiere, da anni abituato ad assistere al rito settimanale del venerdì o a quello quotidiano del periodo del Ramadam, .
La festa di sabato è stata evidentemente pensata dai cittadini islamici per compiere un gesto di avvicinamento e di relazione. Tutto è stato organizzato con grande attenzione: l’accoglienza e l’accompagnamento degli ospiti, l’esibizione di un complesso vocale di buon livello, un piccolo gioco con i bambini, i pasticcini offerti in vassoi confezionati con cura e, soprattutto, i discorsi tenuti in lingua italiana. Ospite di rilievo Hamza Piccardo, presidente dell’UCOII e direttore del sito islamonline.it, che rivolge al pubblico una predica religiosa.
Ma le parole più interessanti vengono dal presidente della Associazione “La Palma”, collegata al centro di preghiera di via del Campo. L’oratore viene presentato con molto onore, sul tavolo da cui parla ci sono mazzi di rose. Chi abita in zona lo conosce, gestisce un esercizio commerciale nel centro storico. Dice dei sei anni di esperienza della sua associazione che vuole promuovere il dialogo interculturale, favorire l’integrazione degli islamici nel tessuto culturale e sociale genovese. Parla del valore della convivenza e della tolleranza, ma ripete più volte che questo non basta: quello che serve è la partecipazione alla vita cittadina, per combattere l’ignoranza e la violenza, per contribuire a costruire un Islam europeo.
Siri, presidente di centrodestra della Circoscrizione, è presente e rivolge ai presenti un garbato saluto. Assente invece la giunta comunale. Peccato. E’ dal tempo (fine anni ’90) dello sfratto della moschea dalla vecchia sede di via Bologna che Genova gira intorno, senza risolverla, alla questione dei luoghi di culto islamici. Una presa di contatto diretta col fatto che la realtà è indifferente ai continui rinvii istituzionali e procede per la sua strada sarebbe più che utile.
(Paola Pierantoni)