Trasporti Speciali. La lotteria dell’auto al servizio dei disabili
In questi tempi di disfacimento del servizio di trasporto pubblico a Genova ci siamo interrogati su come sta andando per i disabili motori.
Una cosa manifesta è che, da anni e anni a questa parte, la strada presa non è quella di rendere i mezzi pubblici più accessibili: tuttora porte strette, gradini alti, assenza di pedane stradali per diminuire la distanza dal piano dell’autobus, spazi interni angusti costituiscono ostacoli insormontabili. Però… però dal 1991 il Comune ha dato vita ad un servizio di trasporto, denominato “Servizio Pollicino”, riservato ai disabili motori. Funziona così: al disabile interessato e certificato il Comune fornisce un tesserino che gli dà diritto di mettersi in lista per prenotare il servizio che, oltre all’autista (fornito dall’AMT), include anche un accompagnatore (fornito dalla Cooperativa Sociale Coserco), il tutto al costo di un semplice biglietto di autobus, senza nessuna soglia di reddito.
Sembrerebbe una meraviglia, ma la realtà è molto meno brillante. Ad oggi i tesserati sono 750; però a causa della complessità di attivazione e fruizione del servizio solo un terzo di loro lo utilizza davvero. Quindi nel corso dell’anno i disabili che riescono a muoversi a Genova col trasporto pubblico sono circa 20 al giorno, e non arrivano ai 300 nel corso dell’anno.
La prassi è questa: il disabile telefona al centro prenotazioni gestito dalla Coserco i cui operatori, in base a criteri di puro buon senso organizzativo e umano, decidono a chi dire sì e a chi dir no. La motivazione della richiesta non costituisce (giustamente) in nessun caso motivo di preferenza o di esclusione, mentre può esserlo il fatto di aver già fruito recentemente del servizio, oppure incidono fattori puramente logistici (queste tre persone sono sullo stesso percorso, la quarta è da tutt’altra parte…). Ogni giorno Coserco riesce a dare risposta positiva più o meno a un terzo delle richieste: si può solo immaginare quanto sia difficile quella che in Coserco chiamano “la gestione del no”: le telefonate possono durare più di mezz’ora… AMT aveva realizzato questa parte di servizio per soli 6 mesi nel lontano 1992, per poi cederlo di gran carriera.
Il solito tentativo di “ottimizzare i costi” nel 2002/2003 ha portato AMT ad eliminare la figura dell’accompagnatore. Conseguenza: scadimento della qualità del servizio, diminuzione delle prenotazioni. Successiva retromarcia e (parziale) ripristino degli accompagnatori.
La presenza dell’accompagnatore a bordo, la stessa difficoltà di ottenere il servizio e il conseguente costante contatto telefonico con gli operatori che gestiscono i “no” e i “sì”, il fatto che la platea degli utenti sia molto ristretta e che molti ormai si conoscono tra loro, fanno di questo servizio qualcosa di strano: i mezzi di trasporto, ci dicono, sono delle specie di centri sociali itineranti. Questo aspetto è interessante e sconcertante allo stesso tempo, perchè se certamente testimonia dell’alto livello di energie, fantasia e disponibilità umana che viene profuso nei molti angoli della nostra città e che la tengono insieme, dall’altro ci fa venire in mente i racconti della solidarietà che nasce in tempi di guerra e di miseria. Vorremmo, francamente, una città più europea, con un servizio certo e accessibile a disabili certificati e no, più liberi tutti di andare a socializzare dove più a loro piace e conviene.
(Paola Pierantoni)