Libri – Lava-lucciole decoro salvo
Sabato 22 Settembre, in piazza Truogoli di Santa Brigida si parla di tante storie. La storia di Prudence, di Osas, di Itohan, di Izogìe e la loro segregazione invisibile, i percorsi di uscita dalla prostituzione, attraverso le parole della scrittrice Isoke Aikpitanyi e del suo libro, “Le ragazze di Benin City”, redatto con Laura Maragnani (Editore Melampo, 211 pagine, euro 12). Ma il libro racconta, prima di tutto, la storia di una parte della nostra società. Il racket della prostituzione nigeriana si trova al centro di un grande business che coinvolge chi compra le ragazze, le forze dell’ordine corrotte che chiudono gli occhi permettendo il loro ingresso, ma anche gli italiani che affittano gli appartamenti sapendo bene chi ci vive e in che condizioni di schiavitù. Eppure i mezzi di informazione parlano di prostituzione insieme a lavavetri e graffitari, afferma la giornalista Silvia Neonato, facendone un problema di mero ordine pubblico, senza ricono scere che si tratta di schiavitù, di violenza, di diritti umani calpestati, sulla pelle di ragazze di vent’anni o neanche maggiorenni.
La rete che avviluppa le ragazze rende colpevole una società che chiude gli occhi ma non potrà più dire “non sapevo” perchè, con questo libro, c’è chi ha avuto il coraggio di dare voce alle vittime invisibili, “lo sfogatoio perfetto, un meraviglioso calmieratore di tensioni sociali ed etniche”. Perchè l’Italia deve farse carico, si domanda in un passaggio l’autrice. “Dico, perchè allora non hai capito niente. Perchè il marciapiede ci ha devastato la vita. Ci ha rovinato psicologicamente e a volte anche fisicamente. Ci è costato la salute e la speranza e la felicità. Ma mica l’abbiamo scelto noi, il vostro marciapiede. E’ la domanda dei vostri uomini che ha creato il business, e con il business noi, migliaia di vittime. Noi siamo le vittime, noi, noi dimenticarlo. E voi i carnefici”.
E se la prospettiva di Isoke Aikpitanyi e del suo libro ribalta quella, comune, dei mezzi di informazione, svuota di senso anche le recenti iniziative proposte dai comuni. Contrariamente a quanto generalmente si pensa, durante il dibattito più volte è stata ribadita la funzione dei clienti come mezzo per lasciare la strada, eppure le uniche soluzioni proposte dalle politiche comunali sono sanzioni più gravi per i clienti e allontanamento delle ragazze: il decoro e l’ordine pubblico forse così si salveranno, ma per salvare le vittime si devono trovare altre soluzioni
(Eleana Marullo)