Portale turismo / 1 – Povera Liguria finita nei loghi comuni

Sono un turista. Positivo, entusiasta e pieno di buona volontà: ho l’adrenalina che frizza in valigia, tutti i recettori neuronali attivati, i birkenstock che scalpitano come sudati cavalli berberi. Ho scelto l’Italia come meta delle vacanze, ma ho ancora qualche dubbio: mare, montagna o città d’arte? Google mi aiuta, e, inserendo Italia, come seconda voce, vedo comparire www.italia.it, che si autodefinisce il “portale del turismo italiano”. Sembra fare proprio al caso mio. Appare un logo inquietante, una specie di cetriolone verde, ma non mi faccio intimorire e, senza badare agli aspetti tecnici, vado dritta a cercare una regione da visitare… la Liguria, ad esempio. “Regione del Nord Italia lambita dal mar Ligure e confinante con la Francia”. Ottima presentazione per essere un portale del turismo. Mi riporta al dolcissimo ricordo del mio sussidiario di terza elementare.


Si prosegue con “Terra di montagne e di colline, la Liguria è delimitata a Sud dal mar Ligure e a Nord da un arco montuoso che vede le Alpi Marittime unirsi all’Appennino” “Una miscela esplosiva di mare, tradizione e mondanità. La Riviera di Levante può vantare i paesaggi delle Cinque Terre (sito UNESCO) e perle balneari del calibro di Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Sestri Levante, con la sua incantevole Baia del Silenzio, e Chiavari”. La sezione testimonial: “terra di musicisti, poeti e navigatori. Qui che è nato nel 1451 Cristoforo Colombo, cui si deve il grande merito di aver scoperto l’America, nel 1492. Ma da queste parti hanno visto la luce anche Nino Bixio, tra i seguaci più fedeli di Giuseppe Garibaldi, il rivoluzionario Giuseppe Mazzini, il musicista Niccolò Paganini e il poeta-patriota Goffredo Mameli, autore dell’inno nazionale italiano”. Mhm…Non so se ho più tanta voglia di andare in Liguria, ma persevero a girellare nel sito, e scopro che nel Parco delle Cinque Terre esiste un borgo chiamato Menarola (sic!) e, tra le immagini, uno scorcio etichettato come Camogli e che invece anche un infante saprebbe identificare come Boccadasse. Complimenti ai curatori!
(Eleana Marullo)