Portale turismo / 2 – Un ammasso di banalità costato carissimo

Il succitato terrificante portale è il protagonista di una tra le vicende che trovano voce prima -o unicamente- su internet. Il caso www.italia.it in breve: nel 2003 viene istituito il “Fondo di finanziamento per i progetti strategici nel settore informatico”, nel cui ambito ricade la creazione di un portale per la promozione turistica dell’Italia e di contenuti per esso. Il bando di gara viene vinto da un consorzio temporaneo di impresa costituito da IBM, ITS e Tiscover, ad aprile del 2005. Le regioni, finanziate per 21 milioni di euro, hanno l’incarico di fornire i contenuti per il portale. Dopo una spesa di circa 45 milioni di euro (di cui 100.000 euro per il logo -il cetriolone- ideato da una multinazionale di design ) e due anni di attesa, a febbraio 2007 il portale viene presentato dal ministro Rutelli alla BIT e messo on line.


E qui si scatena l’ira dei professionisti del multimedia, che si trovano di fronte ad un prodotto “mal progettato, mal realizzato, mal scritto, e che grida vendetta nel suo essere scandaloso spreco di denaro pubblico, nonché un’offesa alla competenza e alla professionalità dei lavoratori del web italiano”. Dall’indignazione nasce il blog http://scandaloitaliano.wordpress.com. La vicenda qui è trattata dettagliatamente in una cronistoria, aggiornata e ricca di dettagli e riferimenti alle fonti, in cui si intrecciano rimpalli di responsabilità ministeriali e kafkiane risposte governative. Il blog prende l’impegno di chiedere chiarezza sulle responsabilità di tale costosissimo scempio, ma si arena, allo stato attuale, sul no della Presidenza del Consiglio alle richieste di una petizione firmata da 1500 persone, con la motivazione che “l’interesse al buon andamento della Pubblica Amministrazione da parte dei cittadini non è una posizione giuridicamente tutelata”.
Come proseguirà la vicenda, al momento è ignoto. Resta il dissacrante googlebombing degli utenti della rete che hanno associato, nel motore di ricerca, il faraonico portale con la triviale parole di chambronniana memoria.
(Eleana Marullo)