Giovanni Novi – Se la politica non vuole sentire parlar chiaro
Più della metà dei visitatori della festa genovese de l’Unità (Repubblica 16 settembre 2007) ha detto di aspettarsi dal Partito democratico che metta fine ai “privilegi che il sistema politico e amministrativo ha costruito per sè in questi anni”. Ma di quali privilegi si tratta? Gettoni, cariche, parcheggi gratuiti, tessere per lo stadio…? Non si sa. Forse la materia sarà occasione di ulteriori approfondimenti.
Nel frattempo ecco uno spunto tratto dalla cronaca quotidiana: la letterina scritta da Novi, presidente dell’autorità portuale, a Bisagno, locale presidente degli industriali. A Bisagno che in una intervista si era compiaciuto dell’imminente cambio della guardia in porto, che avrebbe posto fine alla “conflittualità continua tra terminalisti e autorità portuale”, Novi ha risposto (Repubblica 14 settembre 2007): “Mi auguro che dopo di me venga ancora qualcuno che faccia pagare i canoni giusti ai concessionari e che vieti agli stessi di fare lavori non dovuti all’Autorità portuale” (c’è un’inchiesta in corso da parte della magistratura per stabilire come mai alcuni terminalisti fatturarono a Palazzo San Giorgio opere di loro spettanza).
La lettera di Novi, condivisibile o meno, fa chiaramente capire quale sia la posta in gioco attorno alla sua successione. Novi attacca un santuario – l’associazione industriali – e parla di concessionari che pagano canoni inferiori al dovuto o che cercano di far pagare al pubblico oneri per lavori a esclusivo loro vantaggio. Per fare le sue ragioni Novi non ha fatto una telefonatina a qualche direttore di giornale per ottenere una intervista e neppure ha chiesto la difesa di qualche padrino politico. Del resto non ha padrini. Alla carica di presidente dell’autorità portuale fu chiamato con intesa superpartes, ma il centro destra lo ha abbandonato appena Novi ha dato i primi segnali di autonomia. Gli stessi motivi per cui il centro sinistra non l’ha accolto a braccia aperte. La stessa inchiesta in corso da mesi da parte della Procura della Repubblica sulle concessioni demaniali in area portuale – che ha accertato irregolarità gravissime – non è stata sentita dai governi di cen tro sinistra degli enti locali come la conferma di una linea – quella di Novi – tesa al restauro della legalità. Piuttosto, come la messa in subbuglio di un vespaio.
In porto Novi ha rotto lunghi anni di “gestione indolente” della proprietà pubblica a favore di privati. Da qui è nata la conflittualità che il presidente degli industriali auspica che finisca appena sarà possibile mettere Novi fuori dai piedi. Novi è incompatibile con la “politica” perché parla chiaro?
Se torniamo da dove siamo partiti: tra i “privilegi che il sistema politico ha costruito per sé in questi anni”, va messo il silenzio, le frasi diplomatiche prive di senso, le allusioni dietro a cui i politici amano nascondersi. E’ una prova della loro supponenza e del disprezzo che nutrono per i cittadini che chiedono solo di capire. Nel partito democratico si dovrebbe parlare chiaro e chiamare le cose col loro nome, così tanto per cominciare.
(Manlio Calegari)