Ssis – Corsi universitari per precari a vita
Fra gli insegnanti precari in attesa da anni -chi sette, chi otto, alcuni addirittura dieci o più- è in corso una lotta fra poveri che vede in opposizione i vincitori di concorso ordinario (l’ultimo si tenne nel 1999) che pur avendo vinto il concorso non arrivarono in posizione utile per avere una cattedra, e gli abilitati attraverso gli otto cicli di SSIS (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario) effettuati dalle Università italiane con frequenza obbligatoria e un costo variabile fra i 1.500 e i 2.500 euro all’anno per due anni, a seconda delle sedi.
Ora, nonostante ogni anno le scuole facciano addirittura uso di giovani laureati senza abilitazione tramite apposite graduatorie, dimostrando in tal modo la continua necessità di personale, per lo meno per sostituzioni di breve durata, le tanto annunciate annuali assunzioni di 30.000, 50.000, 75.000 nuovi insegnanti bastano a coprire gli eventuali pensionamenti, e forse qualche posto in più, ma non certo a sfoltire l’elenco degli abilitati in attesa. Si parla di 500.000, 550.000 iscritti, un numero mastodontico che comprende chi ormai da anni vive nel basso precariato scolastico, da SSIS o da concorso. Che però ogni anno, da settembre a giugno, deve lavorare (con contratto a termine), perché senza di loro le nostre scuole non potrebbero andare avanti.
Cosa si fa allora quando una lista diventa così esageratamente abbondante, per cui non si sa chiaramente quanti siano effettivamente disoccupati, quanti già assunti in altre graduatorie, quanti oramai si siano dati ad altre attività?
Il ministro Fioroni ha dato la sua risposta, si chiude tutto, si fa un bell’elenco di chi possiede i requisiti richiesti e si trasforma in “graduatoria ad esaurimento”: nessuno che non sia inserito entro aprile 2007 potrà entrare in quello che attualmente è l’unico canale per diventare “professore di ruolo” finché vi saranno nominativi. Il problema è che nessuno si è ancora premurato di dire come funzionerà il nuovo canale di reclutamento.
E in attesa che questo venga definito, è stato bandito il concorso per il nono ciclo SSIS. Il bando è perfettamente uguale a quello dell’anno precedente, ma manca una frase, quella che assicurava l’inserimento nelle graduatorie per entrare, prima o poi, di ruolo nel mondo della scuola.
Poche parole, una frase da niente, ma nel contratto che quest’anno l’Università fa con il suo studente -io ti dò una formazione che serve a questo, tu mi paghi le tasse e mi assicuri la frequenza- si sa con certezza che l’allievo deve fare, ma non si capisce bene a cosa potrà servire. E difficilmente una specializzazione per l’insegnamento nella scuola secondaria sarà spendibile in ambiente aziendale.
Insomma, la scuola ha bisogno di precari, disponibili ad accorrere in ventiquattro ore per una sostituzione di quindici giorni di qualche docente assente, ma che non sperino di diventare insegnanti a tutti gli effetti. E l’università fa un corso di specializzazione che permetterà agli iscritti di essere precari nel mondo della scuola. Roba mica da poco, vista la carenza di posti fissi nel mondo del lavoro.
(Maria Cecilia Averame)