L’opinione pubblica? Le lettere ai giornali

Con noi – ha fatto capire il nuovo sindaco, sin dalle prime battute – ha da finire la città dove chi è più forte tira la coperta dalla sua parte. E magari lo fa anche di nascosto. Con noi, ha detto Vincenzi, la politica tornerà ad essere trasparente. Vogliamo guidare le cose e non lasciare che succedano. E cercheremo anche di correggere, quando sarà possibile, progetti e situazioni ereditate dal passato ma che non ci garbano.


Un’impresa che potrebbe avvantaggiarsi della collaborazione dei cittadini; spesso auspicata ma in realtà poco considerata. Un peccato: perché l’esperienza dei cittadini non può essere confinata a Consigli e commissioni dei neonati Municipi la cui logica resta quella degli indirizzi di spesa, dando scarso rilievo ai modi e ai risultati della gestione delle risorse umane ed economiche. Aspetti con cui invece ogni cittadino, si imbatte quotidianamente.
A Genova si usa la parola “mugugno” per indicare il brontolio che si leva dalla terra di nessuno verso chi guida la cosa pubblica. Il mugugno è vissuto dal potere con sofferenza ma anche con irrisione. “La gente si lamenta di tutto”, si dice. Oppure: “non sono mai contenti”.
Forse è vero ma neppure sarà un caso se le rubriche delle “lettere” ai quotidiani sono ormai da tempo il vero polso politico del nostro paese. Sono molte le questioni che prima di diventare “opinione” – e trovare così ospitalità sui quotidiani – sono passate dalla rubrica delle “lettere”: dal G8 ai viaggi dei pendolari, ai trasporti pubblici, alla scuola.
La lettera, oltre che un’opinione, è il frutto di un’esperienza diretta. Per questo è importante. E per questo è apprezzabile che l’attuale vicesindaco con la delega ai trasporti urbani abbia sentito la necessità, per rendersi conto della situazione, di fare un po’ di corse in bus (Repubblica, 18 agosto 2007) dove è stato fotografato e intervistato. In proposito si è fatta anche dell’ironia dicendo che il momento non era giusto, le linee non erano quelle ecc. Resta però il fatto che per parlare di trasporti ha sentito la necessità di salire su un bus. Bene! E’ auspicabile che altri amministratori – nei rispettivi ambiti – seguano il suo esempio.
Ma sarebbe anche opportuno prendere atto che in città le persone che potrebbero e vorrebbero dire la loro su questo e altri problemi sono migliaia. Cittadini convinti che le loro esperienze potrebbero essere molto utili per dare una mano a migliorare le cose. Tocca alla politica e ai politici trovare i modi per conoscere le esperienze e le opinioni dei cittadini. Molti dei quali non sopportano più di essere chiamati a pronunciarsi solo il giorno delle elezioni.
Gli amministratori che oggi si dichiarano impegnati a migliorare le condizioni della città dovrebbero anche trovare il modo di valorizzare la sua principale risorsa che poi è l’esperienza dei cittadini.
(Manlio Calegari)