Leggi di mercato – Il calcio col cuore non solo coi piedi

Per i non pochi aficionados della metà del calcio genovese, di colore rossoblu, è stato un brusco risveglio, un piccolo choc. A chiusura del 90° minuto della partita vinta dal Bologna col Ravenna, grazie a due prodezze di Adailton, il telecronista si è domandato sincero: “Ma perché mai il Genoa avrà ceduto questo campione?” Un interrogativo disarmante quanto sorprendente perché passato finora sotto silenzio o quasi da giornali e tv locali, pur così prodighi di notizie e commenti sulle squadre cittadine.


L’azzeccato richiamo del telecronista Rai fa pensare alla fortuna di un vocabolo tutto sommato volgare, quale “mercato”, assurto a simbolo di un’intera epoca, di leggi superiori, globali, indiscutibili. Tranquilli: qui vogliamo parlare solo di calcio e non come metafora del campionato della vita, ma in quanto compra-vendita di giocatori. Solo da poco tempo, le regole di questi affari sono cambiate, nel senso che per il passaggio di un “tesserato” da un club all’altro, occorre anche l’assenso dell’atleta, mentre prima acquisto o cessione avvenivano solo in base a transazioni economiche, come si trattasse di merci non di persone.
E’ già qualcosa; ma nessuno può illudersi: quella che comanda è sempre la legge della domanda e dell’offerta; dignità, rapporti personali, interessi umani, affetti del giocatore contano poco o niente. E non è sempre vero che gli eroi del pallone siano pronti a bruciare tutto sull’altare dei loro contratti milionari. Il caso del brasiliano Adailton sembra fare eccezione.
Arrivato in un Genoa di serie B ne è divenuto presto la bandiera e non solo per le sue capacità tecniche, soprattutto per il cuore: basti pensare allo slancio con cui si è sempre battuto, mai tirandosi indietro, al punto da finire sotto i ferri del chirurgo con la faccia fratturata per un’entrata “assassina” di un avversario. Con le placche di titanio sotto gli zigomi è tornato a lottare in campo fino all’agognata promozione in serie A, una vittoria che aveva diritto di godersi perché da lui meritata più di altri. Lo cercavano diverse squadre, ma il campione ripeteva ostinato che il suo cuore batteva per il Genoa.
Alla fine lo hanno ceduto, allontanandolo quasi a forza. E intorno regnava silenzio, imbarazzo, ingratitudine, cui ora si aggiunge rimpianto. Le leggi di mercato, era la risposta, non possono tenere conto dei sentimenti. Ma il calcio senza cuore è fatto solo coi piedi.
(Camillo Arcuri)