Immigrati/3 – Insulti e poi silenzio sul voto agli extra-UE
E’ successo a Genova durante l’estate. Nel 2007, i 24 mila immigrati residenti da 5 anni nel comune di Genova potranno eleggere il sindaco, il consiglio comunale e quelli circoscrizionali. E saranno nelle condizioni di essere eletti e di votare per i referendum comunali. Una delibera importantissima -la prima del genere in Italia- presa dal Consiglio comunale di Genova su cui, dopo alcuni giorni di accese discussioni, è sceso il silenzio.
La stampa ha riferito di una seduta emozionante con ampia presenza di immigrati nella zona del pubblico; lacrime, applausi e, si capisce, oscenità da parte della destra (storica e recente). La delibera è solo l’inizio di un processo che resta laborioso. Dovranno essere stilati i regolamenti attuativi e definiti i requisiti di chi potrà godere del diritto di voto. A parte un consigliere della maggioranza che ha dichiarato: “Se anche qualche organo amministrativo dovesse bocciarci abbiamo fatto il nostro dovere di uomini” – riducendo così un problema politico ad una questione di buona volontà – la maggioranza sembra intenzionata ad andare fino in fondo. Sono però mancati a tutt’oggi impegni precisi sulla data di presentazione dei regolamenti attuativi e sulla concreta praticabilità del diritto da parte degli immigrati. La delibera non avrà vita facile. A una settimana di distanza, il 3 agosto, il Consiglio dei ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale il provvedimento. Esponenti del governo non hanno lesinato ironie e insulti al sindaco Pericu che ha riaffermato la sua intenzione di andare avanti.