Cartoline – Due conversioni a orologeria
Fra le tante notizie fondamentali che i telegiornali ci forniscono quotidianamente, una era davvero utile per comprendere che cosa succede nel mondo. Il premier inglese in scadenza Tony Blair è venuto a Roma e si è recato in visita al pontefice. E fin qui siamo nella consuetudine. Ma dall’incontro è trapelata la propensione del Tony di convertirsi alla religione cattolica da quella anglicana. Anche qui nulla di che, ciascuno si converte come può e come vuole. Ma perché dirlo? Perché mescolare ancora una volta la politica (l’humus del Tony figura pubblica) con la fede? Non ce ne sono già abbastanza di episodi sconvenienti di tal fatta?
In ogni caso la conversione del Tony dovrà attendere ancora qualche giorno. No, non lo impone la rivendicata giustezza da parte di Blair della guerra di sterminio in Iraq, per dirne una: questi sono inconvenienti del percorso convergente. Il problema è che sarebbe poco gradito dai sudditi di sua maestà un premier cattolico, cosa mai accaduta. Come fare, allora? Semplice. Blair è assai prossimo alla scadenza del suo mandato e quindi la conversione può attendere qualche giorno. Fantastico, si è scoperta la fede a tempo.
Deve avergli fornito la fulminante idea Gianfranco Fini. Le cose in famiglia non andavano troppo bene per il leader di An, insomma separazione in atto, divorzio annunciato. Già, ma c’è il family day. Ci sono già tutti gli altri leader del centro destra con problemi di coppia, compresi quei mattacchioni dei leghisti con la scelta di consumare il sacramento che unisce per la vita con il rito celtico. E allora silenzio. Viva la famiglia, l’articolo 39, abbasso i Dico. Poi, superato l’appuntamento, vai con lo scioglimento.
(Giuliano Giuliani)