Stage – Non distrarsi mai il primo giorno
Tono perentorio: “Da grande farò la cardiologa”. Me lo ripeteva sempre una bambina – genere petulante – che fino a un po’ di tempo fa’ mi seguiva nelle scorribande estive in campagna. L’ho rivista che non è molto: è diventata una gran bella figliola tanto che stavo per proporle una bucolica rimpatriata. Invece, prudentemente, ho optato per una serie di domande più neutre. Le ho chiesto dei suoi studi e viene fuori che è al penultimo anno di specializzazione in cardiologia (o cardio-chirurgia, non ricordo). Dopo che ci siamo lasciati ho cominciato a pensarci su. Valeria (nome della quasi- cardiologa) aveva le idee chiare almeno da quando aveva diciotto anni. Aveva deciso di fare il medico, e quale sarebbe stata la sua specializzazione. Riflessione personale: molto probabilmente io non trovo lavoro perché le mie idee sono sempre state generiche, confuse. Ne ho parlato anche con un amico scacchista. Mi ha gelato: “Nella vita, come nella scacchiera, ci v uole una strategia. Non si può vincere giocando a casaccio”.
Ecco, ho l’impressione di aver fatto mosse serie ma a casaccio, prive della “strategia” di cui sopra. Mai un piano a lungo termine; specialmente non mi sembrava necessario farlo. Sbagliavo?. L’inizio della mia partita (liceo scientifico) non era malaccio: apriva a varie possibilità (una decorosa preparazione in diversi ambiti disciplinari, sufficiente a iscrivermi a qualsiasi tipo di facoltà). Era allora che dovevo pianificare? Non mi sembrava necessario e comunque non è successo. In fondo non è proprio l’esperienza scolastica che dovrebbe portarti a maturare le scelte, le decisioni? A meno che uno non vada a scuola già con l’idea fissa – ma sarebbe interessante capire da dove gli è nata – è il rapporto con gli insegnanti, le varie materie, la vita che dovrebbero suggerirti una idea di massima circa la strada da battere. Ammetto di aver le mie colpe, di aver vissuto come se l’esito della partita, non mi riguardasse, come se fosse un problema di qualcun altro. Come se ci f ossero cose di più importanti da fare. Ma non dovrebbe esserci qualche possibilità di recupero?
Ma è come nelle pubblicità degli shampoo: non esistono termini di paragone; la mia vita è questa. E sul fatto che potesse andare diversamente si possono fare solo congetture. Non si può riavvolgere il nastro e ricominciare dall’inizio.
Ho fatto questi pensieri poco fa, seduto in una stanza dove sto aspettando di iniziare il mio primo giorno di stage. Di fronte, che mi sta osservando, ho il mio diretto responsabile, un ometto sulla trentina alto un metro e un fagiolino, con un nome altisonante. Capisco di essermi distratto e che lui mi osservava mentre pensavo ai casi del mio passato. Male distrarsi; pericoloso fantasticare. Tanto per cominciare dovrò stare più attento, imparare a concentrarmi. Speriamo che non sia di quelli che legge nel pensiero.
(The Pupil)